"Sotto lo zero" (Bajocero) di Lluís Quílez. Con Javier Gutiérrez, Isak Férriz, Alex Monner, Patrick Criado, Édgar Vittorino, Karra Eleiade, Forin Opritescu, Luis Callejo, Andrés Gertrúdix e altri. Spagna 2021 ★★★+
Dobbiamo forse ringraziare il lockdown nelle sue diverse gradazioni per la crescente offerta di film e serie TV in streaming sulle piattaforme on line, innanzitutto Netflix, se abbiamo l'occasione di vedere produzioni diverse da quelle che normalmente vengono proposte in sala: banali americanate e presunti blockbuster holliwoodiani, raffazzonati pipponi "indie", ciarliere commediole franzose per non parlare del pecoreccio e provinciale ciarpame nostrano, il tutto con le dovute, meritevole eccezioni; fra esse, quelle spagnole, che regolarmente centrano l'obiettivo, che è quello di intrattenere il pubblico, coinvolgendolo e garantendo sempre un livello qualitativo più che accettabile. E' il caso di questo Sotto lo zero, una sorta di noir carcerario "on the road", dalla trama semplice e al contempo per niente scontata, che si sviluppa in maniera lineare e, nonostante le forzature e le iperboli, con i cambi di passo al momento giusto, contrassegnati dalle svolte a sorpresa nella trama. Martín, ufficiale della Polizia Nazionale, viene assegnato al servizio trasferimento detenuti e il suo primo incarico è il trasporto di un gruppo variamente assortito di delinquenti da un carcere a un altro. Poliziotto "corretto" e ligio alle regole, si ritrova in coppia con il suo opposto, Montesinos, esperto nel ramo e tendente a trattare le faccende in modo più spiccio: un classico. Mentre viaggiano in una nevosa notte invernale in una zona boschiva in mezzo ai monti (niente di sorprendente per chi conosca un minimo la geografia della penisola iberica, non occorre essere per forza in una landa canadese o nel nord degli USA, basta andare sui Pirenei in Catalogna, come in questo caso) il loro furgone viene assalito e bloccato dall'esterno da un individuo misterioso la cui identità, nonché le motivazioni che lo spingono ad agire, vengono svelate man mano e chiarite del tutto soltanto nel finale. Martín si trova così a dover gestire sia l'ignoto nemico esterno, sia quello interno, l'accozzaglia di malviventi intrappolati sul mezzo di trasporto, alcuni dei quali già in procinto di tentare l'evasione, altri che si aggregano approfittando di una situazione così ambigua e imprevedibile che nemmeno loro riescono a valutare, altri che se ne tengono fuori: chi per convenienza e chi per paura, avendo capito perfettamente il rischio che corrono e le vere ragioni della trappola organizzata. L'elemento misterioso è qui ed è da vedere: se volete restare incollati alla poltrona per un paio d'ore e scoprirlo, non ve ne pentirete. Non è un capolavoro, ma il livello è più che discreto, gli interpreti in grado di rendere credibili i personaggi senza doverne accentuare il lato caricaturale, soprattutto non ci si annoia e si rimane adeguatamente soddisfatti.
Nessun commento:
Posta un commento