"La sentinella" (Sentinelle) di Julien Leclerq. Con Olga Kurylenko, Marilyn Lima, Michel Nabokov, Martin Swabey, Carole Weyers, Guillaume Duhesme e altri. Francia 2021 ★
Devo ammettere che provo sempre una sottile, carognesca soddisfazione quando la congenita boria e infinita presunzione dei francesi viene minata e messa in ridicolo a opera di sé stessi, e nel caso de La Sentinella si tratta del solo aspetto positivo, al di là di un po' di movimento e qualche scorcio panoramico di Nizza, di questo film che vorrebbe essere d'azione ma risulta poco più di un videogioco con personaggi in carne (si fa per dire, nel caso della protagonista, al limite dell'anoressia) e ossa, e con la medesima inverosimiglianza. Più che credibile è invece l' arcinota inefficienza dell'esercito francese, famoso a livello planetario per aver fatto figure di merda in ogni epoca storica, specie negli ultimi due secoli, in esecuzione degli ordini di governanti megalomani quanto imbecilli, e la proverbiale inettitudine e idiozia dei suoi "tutori dell'ordine", consegnate all'immortalità dall'ispettore Clouseau dal grande Peter Sellers. Qui Klara, una marescialla dell'esercito, rimasta traumatizzata per aver assistito al sacrificio di un bimbo che si è fatto saltare in aria durante una missione in Siria, viene rimpatriata e, benché dia evidenti segni di squilibrio psico-fisico (inconcepibile una donna militare deperita e dall'aspetto cadaverico, in preda ad attacchi di panico e crisi di astinenza da droga senza che nessuno se ne accorga e, quand'anche lo sospetti, non le impedisca di prendere servizio attivo), assegnata all'operazione Sentinelle (che quindi non c'entra un cazzo col titolo in Italiano, tanto per cambiare), iniziativa antiterrorismo avviata dopo gli attentati di Parigi del gennaio 2015 che vede l'esercito pattugliare (peraltro inutilmente, vedi gli 87 morti proprio sulla Promenade del centro provenzale durante la Festa Nazionale del 2016) strade e piazze delle città francesi in servizio di ordine pubblico, il tutto nella sua città d'origine, Nizza, dove abitano anche la sorella Tania e la madre. Russe. Come russi sono i personaggi con cui si eclissaTania durante una serata in discoteca con la sorella, che la ritroverà in coma in ospedale dopo essere stata stuprata. Ha così inizio la trasformazione in Ramba da parte dell'esile ma determinata militaressa, che capisce subito come dietro al sequestro e allo stupro ci stia il solito malvagio tipo Spectre, intangibile perché in possesso di passaporto diplomatico, e da sola sia avvia sulla strada della vendetta con un paio di visite nella villa del russo cattivo, accoppando uno stuolo di guardie del corpo, per trasferirsi poi a Parigi con tutta l'artiglieria recuperata senza colpo ferire nell'armeria della caserma in cui è di stanza, ammanettando l'armiere senza che nessuno se ne accorga nell'arco delle sei ore che occorrono comunque dalla Costa Azzurra alla capitale di quel Paese di cialtroni, e lì si compierà la resa dei conti e giustizia, a modo suo, sarà fatta. Per fortuna questa specie di spot moltiplicato per un certo numero di volte dura soltanto 80 minuti scarsi, dopodiché si passa ad altro con un sospiro di sollievo da un lato e di sufficienza dall'altro, augurandosi soltanto che la derelitta Olga Kurylenko, che con una ventina di chili in più non sarebbe nemmeno disprezzabile, d'aspetto se non come attrice, si dia una regolata e torni a nutrirsi in maniera decente e a cercare qualche copione un po' più degno. Amen.
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