martedì 1 dicembre 2020

Il talento del calabrone

"Il talento del calabrone" di Giacomo Cimini. Con Sergio Castellitto, Lorenzo Richelmy, Anna Foglietta, David Coco, Gianluca Gobbi, Guglielmo Favilla e altri. Italia 2020 

Previsto in uscita per marzo, con le sale appena chiuse causa virus, e dirottato di recente su Amazon Prime, questo thriller appartenente al già nutrito sottogenere della negoziazione dietro ricatto via telefono (o computer) risulta sconcertante e perfino difficile da stroncare, tanto è incongruo. La trama è presto detta: nella sede di Radio 105, in cima a un grattacielo nel centro della Milano da Bere, il celebre DJ Steph (Richelmy) conduce un programma in cui si vince un biglietto per un evento modaiolo di grande richiamo: ultimo degli ascoltatori a chiamare per partecipare Carlo (Castellitto), che si rivela un terrorista che, dopo aver fatto saltare in aria un attico (per fortuna vuoto) in zona Garibaldi/Isola, ossia quella più trendy di Cretinopoli, dice di girare a bordo di un'auto in cui è caricata una potente bomba e annuncia di volersi suicidare: minaccia di fare una strage di innocenti se non viene accontentato nelle sue richieste, che cominciano da una serie di brani di musica classica, completamente avulsi dal genere musicale dell'emittente. Diventa quindi una partita a scacchi fra lo speaker e l'aspirante suicida, in un crescendo di like sui social network che seguono spasmodicamente l'evolversi dello  psicodramma, in cui entra come terza protagonista una fascinosa tenente colonnello dei carabinieri sulla quarantina, cosa già improbabile di suo, prelevata mentre visita una mostra al Museo del Novecento in abito da sera di raso e tacchi a spillo che, una volta arrivata nello studio, cava le scarpine, indossa un paio di anfibi e inforca fondina e pistola come se fosse uno scialle: sarà lei a condurre le operazioni e l'interpreta Anna Foglietta, che dev'essersi sentita a tal punto un pesce fuor d'acqua da fare una figura francamente penosa. Nel frattempo si scopre che il pazzo era uno scienziato di valore, professore probabilmente di fisica, scomparso nel nulla da qualche anno, a suo tempo lasciato dalla moglie e traumatizzato dal suicidio del figlio adolescente: per quanto sia farneticante, in realtà la sua è una lucida vendetta, studiata nei minimi dettagli, per vendicarsi di chi ritiene il responsabile morale della scomparsa del figlio, ossia lo stesso DJ Steph, suo coetaneo, suo compagno di scuola con lui e che lo aveva ripetutamente "bullizzato", come si usa dire oggi. Lo spoiler in questo caso è d'obbligo, perché l'impianto del film è talmente traballante, la scene ggiatura infame, la vicenda implausibile e forzata, da non meritare altro; in più il product placement (dalla stazione radio, ai cellulari, tablet e cellulari, tutti rigorosamente monomarca) e il cavalcamento del luogo comune sono così irritanti e invasivi da sconsigliare la visione. Eppure la fotografia è ottima, la capacità di stare dietro alla videocamera a dettare i ritmi giusti c'è, la tensione nonostante tutto è viva e uno finisce a rimanere incollato sulla poltrona senza mettere mano all telecomando. Quindi un'occasione persa, peccato. Però Giacomo Cimini può sicuramente fare di meglio.

Nessun commento:

Posta un commento