"The Gentlemen" di Guy Ritchie. Con Matthew McConaughey, Hugh Grant, Charlie Hunnam, Michelle Dockery, Jeremy Strong, Henry Golding, Colin Farrell e altri. GB, USA ★★★½
Una boccata d'aria in tanta noia: Guy Ritchie torna a raccontare storie criminali ma alla sua maniera, in un film circolare che ricorda il Tarantino di Pulp Fiction e di Le iene anche per il gusto dissacratorio, la caricaturalità dei personaggi, il rilievo che si pone sul linguaggio (si apprezza decisamente di più in lingua originale, ammesso che si abbia abbastanza confidenza con l'accento cockney). La vicenda ruota attorno a Mickey (McConaughey), un americano che dopo aver vinto una borsa di studio a Oxford ha messo su una fortuna sfruttando debolezze e i vizi della Upper Class inglese: cominciando come piccolo spacciatore di marijuana nel campus universitario ha poi creato un impero basato sulla sua coltivazione in siti insospettabili, in 12 enormi serre costruite sotto le dimore avite di nobili decaduti che faticano a mantenerle per cui in cambio ci pensa lui. Ormai però intende ritirarsi dall'attività, vendere tutto e godersi i proventi con la bella moglie. L'interessato è un viscido miliardario ebreo americano, che ovviamente tira sul prezzo e fa il furbo, e nella trattativa si inserisce anche il rampollo di un boss dell'eroina cinese. Il tutto viene raccontato da tale Fletcher (Hugh Grant, per una volta non nei panni del bellimbusto), un investigatore privato incaricato da Big Dave (Eddie Marsan: grandioso), il direttore di un tabloid scandalistico, di scoprire gli altarini Mickey con cui ce l'ha a morte perché in un gala si era rifiutato di stringergli la mano. Fletcher però vuole sfruttare la situazione e va da Raymond, il tuttofare di Mickey (il Wolf della situazione), per vendergli le prove raccolte per 20 milioni di sterline: da lì il racconto di quanto è riuscito a scoprire e l'intreccio diabolico di trattative, coincidenze, imbrogli, fregature, ammazzamenti fino all'intervento provvidenziale di Coach, un Colin Farrell in forma strepitosa, nei panni di un allenatore di MMA, arti marziali miste, dall'abbigliamento improbabile quanto tutta la storia, che si ritiene in debito con Mickey perché un gruppo di suoi ragazzi è penetrato in una delle serre di marijuana per girarvi un video. E tutto finisce bene per i nostri eroi e anche per lo spettatore, che si gode due ore di sano divertimento con una storia inverosimile ma fino a un certo punto, perché il ritratto di certe situazioni e certi ambienti è più che veritiero, il ritmo è adrenalinico, l'ambientazione perfetta, gli attori affiatati e divertiti pure loro, il politically correct semplicemente ridicolizzato, e già questo è un merito non da poco. Si trova su Amazon Prime.
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