martedì 10 settembre 2019

Brianzolitudine molesta



Ero intenzionato a trascorrere l'ultima giornata balneare di questa settimana "zantesca" sulla spiaggia di Daphni, sul lato occidentale della penisola di Vasilikos, nel Sud di Zante, quella meno afflitta dal turismo becero, che ha l'ulteriore vantaggio di essere di non facile accesso (uno sterrato abbastanza sconnesso di qualche chilometro pieno di curve cieche nonché di pendenze, in salita e in discesa, che costringono a innestare prevalentemente la seconda quando non la prima marcia, oltre a impedire l'accesso ai bus e tenere alla larga i quad che infestano l'isola, guidati prevalentemente da giovani bifolchi inglesi in fase di dopo-sbronza e attempati giovanilisti italioti dal sorriso radiosamente stupido stampato in faccia e possibilmente dotati di bandana di berlusconiana memoria) nonché nell'area più protetta del golfo di Laganas, a sua volta parte di un Parco Marino, creato per la preservazione dei siti dove vanno a deporre le uova le tartarughe marine "caretta caretta" e dove è vietato transitare con natanti di ogni tipo, barche a vela comprese. Uno di questi siti è per l'appunto la spiaggia di Daphni, dai fondali sabbiosi che danno all'acqua una trasparenza incredibile donando loro una colorazione che abbraccia tutte le tonalità dall'azzurro chiaro al blu passando per il turchese: sembra di immergersi in un acquario. Lì si affacciano tre taverne, dotate di qualche ombrellone e sdraio, disponibili gratuitamente se si decide di pranzare in loco oppure dietro pagamento di una quota di 5 €, o anche dietro consumazione, il tutto molto discreto e nel segno della tranquillità più assoluta. Turbata, per l'appunto con il chiassoso arrivo, attorno alle 11 del mattino di ieri, di una comitiva di padani lombardi, che a giudicare dall'accento, inconfondibile per un milanese nativo per quanto spurio come il sottoscritto, che spaziava dal varesotto al comasco e che definisco genericamente brianzolo o, come si suole anche dire, milanese arioso. Ecco: dopo sei ore trascorse a osservarne il comportamento e ad ascoltarne i discorsi, essendo purtroppo in grado di intenderne involontariamente ogni sfumatura (anche in considerazione del volume delle voci), ho per l'appunto deciso di non ripetere l'esperienza e di non recarmi, per la quinta volta in otto giorni, nella spiaggia decisamente più bella di Zante pur di non correre il rischio di tornare a  incontrarli, nemmeno per salutare i ragazzi, quasi tutti albanesi e bravissimi, che lavorano alla Taverna Bel Mare (a mio giudizio la migliore delle tre) e gustarne gli ottimi (e abbondanti) piatti. I soggetti: da quel che ho capito 4 coppie, che si sono conosciute in occasione di questa vacanza decidendo di "fare squadra", per comunione di amorosi sensi o affinità elettive, con prole tra i 12 e i 17 anni, giunte puntualmente con voli low cost (una vera e propria iattura) sull'aeroporto internazionale di Zante, fra i quaranta e i cinquanta, generazione "due Mattei", per intenderci, e simili a Renzi e Salvini anche per il modo di fare e di interloquire, oltre che per le stronzate sparate a getto continuo in un crescendo rossiniano di imbecillità oltre che di decibel. Prescindo dalla descrizione fisica dei personaggi e dall'abbigliamento, nella norma e nemmeno particolarmente ridicolo e indecoroso, l'attività principale delle prime tre ore, va da sé, la produzione a raffica di selfie da spedire a parenti, amici e colleghi nonché le chat vocali, dal vivo, con il resto della figliolanza, quella con qualche anno in più, dislocato, guarda caso, a Ibiza (e qualcosa di simile è diventata Zante, soprattutto a Laganàs, dove esiste un "miglio dell'orrore" che non ho visto nemmeno a Miami oppure in Thailandia: Kao San Road, a Bangkok, è un luogo ameno in confronto, forse Phuket o Pattaya sono all'altezza e, in Grecia, Mykonos; la penisola di Vasilikos costituisce, per l'appunto, l'eccezione), con scambi in diretta di notizie essenziali quali le temperature dell'acqua, in cui peraltro non sono quasi entrati se non per un rapido pediluvio, dedicandosi invece, oltre che al cicaleccio incessante, a qualche gioco di carte, ovviamente "chiamato", e dunque rumoroso, occupando quattro postazioni per volta. Non un libro in vista, ovviamente, nemmeno quell'uno, che fa statistica, che l'italiano medio legge all'anno, di solito proprio durante le vacanze al mare, e un vocabolario che non superava le 80 parole per i loro dotti conversari. All'ora di pranzo, chiaramente, pur di non tirare fuori un euro (e i prezzi della taverna non sono certo proibitivi) hanno banchettato con biscotti, merendine, succhi e altre schifezze, facendo un porcile tra cartacce e bottigliette, quindi altre tre ore a disquisire, alla consueta maniera del comendatur "ghe-pensi-mi" sulle due maniere di fare il "caffè greco" (o turco che dir si voglia) senza azzeccare la terza e unica giusta e a compulsare le recensioni su TripAdvisor (un'autorità!) per scegliere il ristorante in cui andare a far danno a cena, ma il grande e degno finale, sul fare della sera, è stata la partita passarsi la palla in spiaggia senza farla rimbalzare in terra, tutti insieme appassionatamente, genitori e ragazzi, la Cami, il Giova, la Giada, il Dodo, incuranti non solo di un tramonto spettacolare (lo spettacolo erano e si sentivano loro, coi loro coretti da stadio, dandosi il "cinque" e facendo pure la radiocronaca delle loro imprese) ma soprattutto delle fragili gabbiette che proteggono i nidi di uova delle povere tartarughe (che potete vedere dalla foto). Dopo aver manifestato il mio disappunto in maniera udibile, me ne sono andato inorridito e disgustato prima di vederle, inevitabilmente, travolte da un destino inevitabile finché a bifolchi simili è consentito il libero accesso, scusandomi con il personale per i miei connazionali. Appurato che non sono soltanto i caciaroni romani a contribuire alla nostra pessima fama all'estero, e che c'è di peggio tra chi pensa di essere meglio di loro, ancora una volta mi sono vergognato di essere italiano, perché nessuno degli altri frequentatori della spiaggia (greci, austriaci, olandesi, rumeni, bulgari e perfino una famiglia russa) si è lontananente sognato di comportarsi in una maniera così indecente.

1 commento:

  1. Mi sa che te li becchi tutti tu. Gli umani sono umani a prescindere.

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