"Amori che non sanno stare al mondo" di Francesca Comencini. Con Lucia Mascino, Thomas Trabacchi, Carlotta Natoli, Valentina Bellè, Camilla Semino Favro, Iaia Forte. Italia 2017 ★★★
Credo che nessuno, se non l'autore stesso, avrebbe potuto adattare meglio allo schermo un proprio romanzo e quindi ecco la poliedrica e brava Francesca Comencini cimentarsi nel racconto di un "amore che non sa stare al mondo", quello durato sette anni tra due docenti universitari di lettere che si sono conosciuti punzecchiandosi a un convegno e innamorandosi durante il pranzo che ne è seguito quando Claudia, che inizialmente aveva visto in Flavio (Thomas Trabacchi, che rende con garbo e misura il frastornato maschio di turno), un fascinoso quanto vanesio baronetto della facoltà, lo conquista con la spontaneità con cui, dopo avergli dato dello stronzo, si dichiara perdutamente innamorata di lui, senza (apparenti) difese. Una storia lunga e tormentata come tante, con un epilogo banale come tanti, con l'uomo di mezza età che si sente messo in continua discussione su ogni cosa e al centro delle contraddittorie aspettative della compagna e, incapace e stanco di affrontare una contraddittorio continuo, gli altalenanti umori e le piazzate di lei, sceglie la fuga dalle angosce e trova sicuro rifugio e tranquillità nel rapporto con una ragazza più giovane, Giorgia, che gli si affida come a una figura paterna, mentre Claudia non se ne fa una ragione, lo tempesta di messaggi per ricordargli che si amano per davvero e che la loro storia non può finire, rasentando uno stalking dagli aspetti grotteschi; il tutto però affrontato dall'autrice e regista senza alcuno schematismo di genere, anche se il punto di vista affrontato, e con sguardo tutt'altro che compiacente, è del tutto al femminile, concentrandosi non solo su Claudia, interpretata nella sua molteplicità a volte sconcertante di toni da Lucia Mascino, ma anche su Nina (Valentina Bellè), una ballerina già sua allieva, un nuovo (altrettanto impossibile?) amore ad alleviare la presa di coscienza della definitiva fine della storia con Flavio, la collega e confidente (Carlotta Natoli), la "rivale" Giorgia (Camilla Semino Favro). Francesca utilizza i toni della commedia con una continua variazione di toni dal brillante al drammatico inserendo pure dialoghi immaginari e sgranati filmati di vecchie superotto, con stereotipate immagini felici di coppie d'antàn. Un tema affrontato un'infinità di volte ma in questo caso in modi del tutto originale e per niente banale.
Credo che nessuno, se non l'autore stesso, avrebbe potuto adattare meglio allo schermo un proprio romanzo e quindi ecco la poliedrica e brava Francesca Comencini cimentarsi nel racconto di un "amore che non sa stare al mondo", quello durato sette anni tra due docenti universitari di lettere che si sono conosciuti punzecchiandosi a un convegno e innamorandosi durante il pranzo che ne è seguito quando Claudia, che inizialmente aveva visto in Flavio (Thomas Trabacchi, che rende con garbo e misura il frastornato maschio di turno), un fascinoso quanto vanesio baronetto della facoltà, lo conquista con la spontaneità con cui, dopo avergli dato dello stronzo, si dichiara perdutamente innamorata di lui, senza (apparenti) difese. Una storia lunga e tormentata come tante, con un epilogo banale come tanti, con l'uomo di mezza età che si sente messo in continua discussione su ogni cosa e al centro delle contraddittorie aspettative della compagna e, incapace e stanco di affrontare una contraddittorio continuo, gli altalenanti umori e le piazzate di lei, sceglie la fuga dalle angosce e trova sicuro rifugio e tranquillità nel rapporto con una ragazza più giovane, Giorgia, che gli si affida come a una figura paterna, mentre Claudia non se ne fa una ragione, lo tempesta di messaggi per ricordargli che si amano per davvero e che la loro storia non può finire, rasentando uno stalking dagli aspetti grotteschi; il tutto però affrontato dall'autrice e regista senza alcuno schematismo di genere, anche se il punto di vista affrontato, e con sguardo tutt'altro che compiacente, è del tutto al femminile, concentrandosi non solo su Claudia, interpretata nella sua molteplicità a volte sconcertante di toni da Lucia Mascino, ma anche su Nina (Valentina Bellè), una ballerina già sua allieva, un nuovo (altrettanto impossibile?) amore ad alleviare la presa di coscienza della definitiva fine della storia con Flavio, la collega e confidente (Carlotta Natoli), la "rivale" Giorgia (Camilla Semino Favro). Francesca utilizza i toni della commedia con una continua variazione di toni dal brillante al drammatico inserendo pure dialoghi immaginari e sgranati filmati di vecchie superotto, con stereotipate immagini felici di coppie d'antàn. Un tema affrontato un'infinità di volte ma in questo caso in modi del tutto originale e per niente banale.
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