"Assassinio sull'Orient Express" (Murder on the Orient Express) di Kenneth Branagh. Con Kenneth Branagh, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Johnny Depp, Judy Dench, Josh Gad, Derek Jakobi, Leslie Odon, Michelle Pfeiffer e altri. USA 2017 ★★★
Forse non era strettamente necessaria una nuova versione del più famoso romanzo di Agarha Christie, dopo quella diretta da Sidney Lumet e uscita sugli schermi nel 1974 con un cast memorabile e che contribuì non poco a rendere ancor più popolare l'impareggiabile giallista inglese, ma quella diretta da Kenneth Branagh, che interpreta anche da par suo Hercule Poirot, ha una sua dignità e un tono leggermente diverso e più "filosofico". La vicenda, universalmente nota, ruota attorno al misterioso e sanguinoso assassinio di un ambiguo uomo d'affari americano avvenuto sullo storico treno che collegava Istanbul a Parigi (e, da lì, a Londra) nel tratto balcanico del percorso, e alla indagine che il celebre detective belga compie mentre il treno è fermo su un ponte per un deragliamento causato da una slavina. Riuscirà il nostro eroe a scoprire l'assassino o forse gli assassini? Ambientato anche questo adattamento a metà degli anni Trenta e piuttosto fedele al testo originale, presenta un Hercule Poirot meno macchiettistico e isterico ma forse più mitteleuropeo, se non anglosassone, e Kenneth Branagh sfoggia un paio di sontuosi baffi a manubrio argentati che probabilmente avrebbero soddisfatto Agatha Christie e che, sul volto di Albert Finney, nel film di Sidney Lumet, non l'avevano del tutto soddisfatta (mentre aveva dato complessivamente il suo placet alla pellicola per quanto riguarda il resto). Convincenti le interpretazioni di Johnny Depp, Judy Dench e, soprattutto, Michelle Pfeiffer, ma il cast che il regista americano aveva a disposizione era complessivamente a un altro livello. Un film comunque più che dignitoso e che si vede con piacere, di cui è Branagh stesso ad annunciare il sequel sul Nilo nel finale, con l'auspicio che regista e interprete del personaggio principale resti lui. Per l'imminente Ponte dell'Immacolata, se rimane nelle sale, sicuramente un'ottima scelta.
Forse non era strettamente necessaria una nuova versione del più famoso romanzo di Agarha Christie, dopo quella diretta da Sidney Lumet e uscita sugli schermi nel 1974 con un cast memorabile e che contribuì non poco a rendere ancor più popolare l'impareggiabile giallista inglese, ma quella diretta da Kenneth Branagh, che interpreta anche da par suo Hercule Poirot, ha una sua dignità e un tono leggermente diverso e più "filosofico". La vicenda, universalmente nota, ruota attorno al misterioso e sanguinoso assassinio di un ambiguo uomo d'affari americano avvenuto sullo storico treno che collegava Istanbul a Parigi (e, da lì, a Londra) nel tratto balcanico del percorso, e alla indagine che il celebre detective belga compie mentre il treno è fermo su un ponte per un deragliamento causato da una slavina. Riuscirà il nostro eroe a scoprire l'assassino o forse gli assassini? Ambientato anche questo adattamento a metà degli anni Trenta e piuttosto fedele al testo originale, presenta un Hercule Poirot meno macchiettistico e isterico ma forse più mitteleuropeo, se non anglosassone, e Kenneth Branagh sfoggia un paio di sontuosi baffi a manubrio argentati che probabilmente avrebbero soddisfatto Agatha Christie e che, sul volto di Albert Finney, nel film di Sidney Lumet, non l'avevano del tutto soddisfatta (mentre aveva dato complessivamente il suo placet alla pellicola per quanto riguarda il resto). Convincenti le interpretazioni di Johnny Depp, Judy Dench e, soprattutto, Michelle Pfeiffer, ma il cast che il regista americano aveva a disposizione era complessivamente a un altro livello. Un film comunque più che dignitoso e che si vede con piacere, di cui è Branagh stesso ad annunciare il sequel sul Nilo nel finale, con l'auspicio che regista e interprete del personaggio principale resti lui. Per l'imminente Ponte dell'Immacolata, se rimane nelle sale, sicuramente un'ottima scelta.
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