"Pinter's Anatomy" di Ricci/Forte. Drammaturgia Ricci/Forte; regia Stefano Ricci, movimenti Piersten Leirom. Con Giuseppe Sartori, Anna Terio, Piersten Leirom, Simon Waldvogel. Produzione Ricci/Forte - CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. Al Teatro San Giorgio di Udine il 22, 23, 24 novembre.
Riproposizione con una diversa formazione di protagonisti, quattro performer dotati di una straordinaria fisicità, di uno spettacolo creato appositamente per il CSS otto anni fa nell'ambito del Progetto Living Thing: Harold Pinter, in cui il sempre frizzante duo di drammaturghi, da tempo tra i più innovativi e provocatori della scena italiana, si confronta con le tematiche più care del grande autore inglese, già meritevole Premio Nobel per la letteratura, specie quelle più marcatamente politiche delle ultime opere, che hanno a che vedere essenzialmente col linguaggio come mezzo di potere e quanto questo possa diventare manipolatorio, violento, mistificante del ricordo e della stessa percezione che la persona ha di sé stesso e del passato. Uno spazio claustrofobico, i camerini del teatro, composto da un check-point di confine, un obitorio, una stanza con un albero di Natale, la ricostruzione della prima esperienza sessuale da due diversi punti di vista, a dimostrare quanto la memoria non sia condivisa, e quanto i ricordi cancellabili o alterabili solo per adeguarsi agli standard di un mondo plastificato che impone di farne a meno in nome di una omogeneizzazione che nulla ha a che vedere con l'uguaglianza e la parità ma piuttosto con l'asservimento e la cancellazione della propria personalità e specificità, anche culturale: per farne parte non dobbiamo essere portatori di alcun valore o caratteristica, in sostanza bisogna rinunciare a essere individui con una storia. Altrettanto evanescenti risultano le connessioni tra le persone, inevitabilmente ricondotte a rapporti di potere. Ad esprimere questa realtà schizoide, una performance tanto più corporea, intensa e coinvolgente quanto più "intima": a fruirne, per la durata di 35' mozzafiato con sottolineature musicali particolarmente azzeccate, come ormai tradizione per Ricci/Forte, 8 spettatori per volta immersi nella scena in cui operano i quattro ottimi interpreti. A rappresentazioni come queste è impossibile rimanere indifferenti e, per quanto mi riguarda, ne rimane sempre traccia perché toccano nervi scoperti e agiscono nel profondo. Le trovo ogni volta esperienze da affrontare, benché scomode, perché smuovono qualcosa nel profondo. Alla prossima, tra breve.
La vita è già abbastanza dura senza questi spettacoli...
RispondiElimina