"Allied - Un'ombra nascosta" (Allied) di Robert Zemeckis. Con Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Simon McBurney e altri. USA 2016 ★★★+
Il cinema è anche divertimento, disimpegno, immersione in una storia dai toni favolistici ma in qualche modo plausibile (perché già raccontata dal cinema: da Casablanca a Bastardi senza gloria, solo per fare due esempi inerenti ad Allied); se a dirigere il film è un regista eclettico e votato all'intrattenimento come Robert Zemeckis, a suo agio nel mescolare i generi più diversi, dal mélo al noir al film d'azione col suo lato storico, a sua volta innamorato del cinema (da qui le svariate citazioni, nonché l'accuratezza della ricostruzione dell'ambiente d'epoca, nonostante alcune sbavature: fino agli anni Settanta, i pub in Inghilterra erano off limits per le donne), il risultato è assicurato e le due ore in sala risultano più che gradevoli. La vicenda inizia nel 1942 a Casablanca, in Marocco, dove viene paracadutato Max Vatan, un Brad Pitt serioso, dall'espressione forse immobilizzata da un eccesso di botox, tenente colonnello dell'aviazione canadese, che deve incontrare Marianne Beaausejour (una Marion Coccordillard dal volto quanto mai cubista nonostante la bravura del truccatore che riesce farla passare per una maliarda), di cui deve fingersi marito per farsi invitare a una festa organizzata dall'ambasciatore tedesco e compiere con lei la missione ad alto rischio di ucciderlo. I due ci riescono e salvano pure la pelle nonostante si siano dati un 40% di possibilità di farla franca e riparano in Inghilterra, base della missione. Ma c'è stato un "infortunio" sul lavoro e le due spie si sono incautamente innamorate, e benché sia contro l'etica professionale (e i superiori tentino di dissuaderlo) Max Vatan riesce a ottenere il permesso di sposarla, così i due avranno una bimba e andranno a vivere a tra Hampstead e Highgate, nella suggestiva parte settentrionale di Londra. La città è costantemente sotto i bombardamenti delle V1 e V2 tedesche e si sta preparando il terreno, con missioni notturne sul suolo francese, allo sbarco in Normandia, e il bel Max, ligio al dovere, vi è coinvolto ad alti livelli ma c'è un però: il sospetto da parte dei servizi segreti che Marianne sia in realtà una spia tedesca infiltrata in mezzo a una rete di "dormienti" locali da poco entrati in attività, e che la sua partecipazione attiva all'attentato di Casablanca fosse dovuta al fatto che l'ambasciatore tedesco in Marocco era in realtà un oppositore di Hitler, sulla lista nera della Gestapo. Viene così sottoposta, col coinvolgimento del marito, benché incredulo, a quella che in gergo si chiama prova del "blu di metilene": la risposta se abbia lasciato traccia nel comportamento di Marianne, è una sorpresa che vi attende se andrete a vedere il film. Detto che è gradevole e ben fatto, mentre non ho mai disprezzato Brad Pitt, per me rimane un mistero il successo e la presenza prezzemolesca della Coccodrillard (in Italia abbiamo un caso analogo con Barbora Bobulova): se ci sono attori e attrici specializzati nello sguardo ammaliatore, ambiguo, glaciale, appassionato, lei ha semplicemente lo sguardo bovino, liquido e l'unica vero talento è la lacrimazione particolarmente copiosa e a comando; ciò che la rende relativamente sopportabile in Allied è l'inconsueta parsimonia in questo senso. E pur sempre meglio dell'ex consorte del bel Brad, Angelina Jolie.
Il cinema è anche divertimento, disimpegno, immersione in una storia dai toni favolistici ma in qualche modo plausibile (perché già raccontata dal cinema: da Casablanca a Bastardi senza gloria, solo per fare due esempi inerenti ad Allied); se a dirigere il film è un regista eclettico e votato all'intrattenimento come Robert Zemeckis, a suo agio nel mescolare i generi più diversi, dal mélo al noir al film d'azione col suo lato storico, a sua volta innamorato del cinema (da qui le svariate citazioni, nonché l'accuratezza della ricostruzione dell'ambiente d'epoca, nonostante alcune sbavature: fino agli anni Settanta, i pub in Inghilterra erano off limits per le donne), il risultato è assicurato e le due ore in sala risultano più che gradevoli. La vicenda inizia nel 1942 a Casablanca, in Marocco, dove viene paracadutato Max Vatan, un Brad Pitt serioso, dall'espressione forse immobilizzata da un eccesso di botox, tenente colonnello dell'aviazione canadese, che deve incontrare Marianne Beaausejour (una Marion Coccordillard dal volto quanto mai cubista nonostante la bravura del truccatore che riesce farla passare per una maliarda), di cui deve fingersi marito per farsi invitare a una festa organizzata dall'ambasciatore tedesco e compiere con lei la missione ad alto rischio di ucciderlo. I due ci riescono e salvano pure la pelle nonostante si siano dati un 40% di possibilità di farla franca e riparano in Inghilterra, base della missione. Ma c'è stato un "infortunio" sul lavoro e le due spie si sono incautamente innamorate, e benché sia contro l'etica professionale (e i superiori tentino di dissuaderlo) Max Vatan riesce a ottenere il permesso di sposarla, così i due avranno una bimba e andranno a vivere a tra Hampstead e Highgate, nella suggestiva parte settentrionale di Londra. La città è costantemente sotto i bombardamenti delle V1 e V2 tedesche e si sta preparando il terreno, con missioni notturne sul suolo francese, allo sbarco in Normandia, e il bel Max, ligio al dovere, vi è coinvolto ad alti livelli ma c'è un però: il sospetto da parte dei servizi segreti che Marianne sia in realtà una spia tedesca infiltrata in mezzo a una rete di "dormienti" locali da poco entrati in attività, e che la sua partecipazione attiva all'attentato di Casablanca fosse dovuta al fatto che l'ambasciatore tedesco in Marocco era in realtà un oppositore di Hitler, sulla lista nera della Gestapo. Viene così sottoposta, col coinvolgimento del marito, benché incredulo, a quella che in gergo si chiama prova del "blu di metilene": la risposta se abbia lasciato traccia nel comportamento di Marianne, è una sorpresa che vi attende se andrete a vedere il film. Detto che è gradevole e ben fatto, mentre non ho mai disprezzato Brad Pitt, per me rimane un mistero il successo e la presenza prezzemolesca della Coccodrillard (in Italia abbiamo un caso analogo con Barbora Bobulova): se ci sono attori e attrici specializzati nello sguardo ammaliatore, ambiguo, glaciale, appassionato, lei ha semplicemente lo sguardo bovino, liquido e l'unica vero talento è la lacrimazione particolarmente copiosa e a comando; ciò che la rende relativamente sopportabile in Allied è l'inconsueta parsimonia in questo senso. E pur sempre meglio dell'ex consorte del bel Brad, Angelina Jolie.
Nessun commento:
Posta un commento