"Predestination" di Michael e Peter Spierig. Con Nathan Hawke, Sarah Snook, Noah Taylor, Christopher Kirby, Madeleine West e altri. Australia 2014 ★★★★
Bel film, ben girato, ben recitato, molto ben fotografato, che mi ha pienamente soddisfatto anche se non ci ho capito un emerito cazzo. Càpita, con i film di fantascienza: confesso che mi era successo anche con una pietra miliare come 2001 - Odissea nello spazio. Nel caso di Predestination non siamo a simili vette e non siamo proiettati nel futuro, bensì nel passato, benché recente e tale da aver lasciato ancora le sue tracce nella nostra memoria. I movimenti avanti e indietro consentiti all'agente temporale di un ente governativo si limitano a una trentina d'anni, in una direzione e nell'altra, e questi viene incaricato di sventare un tremendo attentato terroristico che si verificherà nel 1985 a New York. Per impedirlo, e con questo portare a termine la sua missione e quindi riassumere la propria dimensione spazio-temporale deve però compiere viaggi sempre più frequenti con la macchina che è occultata nel fodero di uno strumento musicale, fino a individuare in Jane/John, un personaggio che gli racconta la propria incredibile vicenda, la chiave di volta della sua indagine, ma man mano i suoi vuoti di memoria aumentano venendo a meno la capacità di concentrarsi e quindi la chiarezza sul da farsi. E' questo il momento nevralgico del racconto, alquanto labirintico ma con una sua logica paradossale, che si avvita su sé stesso come un cane che si morda la coda, e anche il finale, che spiega tutto e al contempo nulla, di fatto non lo è in questo meccanismo circolare da cui non si può uscire. Non si tratta di una novità in campo cinematografico, e tra i film recenti mi riferisco a Sliding Doors oppure a Source Code, ma il risultato è più che apprezzabile, e molto è dovuto alla patina rétro dell'ambientazione, ricostruita con grande precisione ed efficacia. Sorprendente.
Bel film, ben girato, ben recitato, molto ben fotografato, che mi ha pienamente soddisfatto anche se non ci ho capito un emerito cazzo. Càpita, con i film di fantascienza: confesso che mi era successo anche con una pietra miliare come 2001 - Odissea nello spazio. Nel caso di Predestination non siamo a simili vette e non siamo proiettati nel futuro, bensì nel passato, benché recente e tale da aver lasciato ancora le sue tracce nella nostra memoria. I movimenti avanti e indietro consentiti all'agente temporale di un ente governativo si limitano a una trentina d'anni, in una direzione e nell'altra, e questi viene incaricato di sventare un tremendo attentato terroristico che si verificherà nel 1985 a New York. Per impedirlo, e con questo portare a termine la sua missione e quindi riassumere la propria dimensione spazio-temporale deve però compiere viaggi sempre più frequenti con la macchina che è occultata nel fodero di uno strumento musicale, fino a individuare in Jane/John, un personaggio che gli racconta la propria incredibile vicenda, la chiave di volta della sua indagine, ma man mano i suoi vuoti di memoria aumentano venendo a meno la capacità di concentrarsi e quindi la chiarezza sul da farsi. E' questo il momento nevralgico del racconto, alquanto labirintico ma con una sua logica paradossale, che si avvita su sé stesso come un cane che si morda la coda, e anche il finale, che spiega tutto e al contempo nulla, di fatto non lo è in questo meccanismo circolare da cui non si può uscire. Non si tratta di una novità in campo cinematografico, e tra i film recenti mi riferisco a Sliding Doors oppure a Source Code, ma il risultato è più che apprezzabile, e molto è dovuto alla patina rétro dell'ambientazione, ricostruita con grande precisione ed efficacia. Sorprendente.
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