"The Interview" di Seth Rogen, Evan Goldberg. Con James Franco, Seth Rogen, Randall Park, Lizzy Caplan, Diana Bang, Tommy Chang e altri. USA 2014 ★★★★★
Liberatorio, libertario, scorretto, pulp, esilarante, demenziale spinto: quindi un film altamente meritorio, necessario e imperdibile, almeno dal mio punto di vista. Erano anni che non mi veniva un attacco di stupidera conclamata durante la visione di un film per di più casalinga: uscito solamente in poche sale indipendenti negli USA e disponibile (per ora?) soltanto su piattaforme on demand (tra cui SKY) in Europa, "The Intervierw" è quella pellicola che nell'autunno scorso aveva innescato la violenta reazione del governo Nord Coreano perché prende di mira il Leader Supremo Kim Jong-un, l'attacco informatico alla Sony, la casa produttrice del film, la decisione di non distribuire il film e il successivo "rammarico" di Obama per questa decisione. In realtà, non è soltanto lo Stranamore Nordcoreano a essere sbertucciato, ma almeno altrettanto i media USA, e in particolare i talk show, e il loro modo di inculcare pregiudizi sui "nemici" del momento, la cialtronaggine del mondo dell'informazione e l'idiozia profonda di quello politico-militare a cui fa da valletto e di cui i servizi di "intelligence" sono la massima espressione. David Skylark (James Franco) è l'anchor man di un programma televisivo di gossip becero (tra gli ospiti Eminem che fa outing della sua omosessualità) che pensa di riscattarsi professionalmente quando il suo produttore, amico ed eminenza grigia Aaron Rapoport (Seth Rogen), perché lui è un cretino sotto vuoto spinto, gli procura un'intervista al dittatore asiatico (Randall Park), che scoprono essere un fan della trasmissione dopo averlo contattato per via diplomatica. Prima della partenza per Pyongyang dove sono invitati ufficialmente per realizzare l'intervista in esclusiva all'uomo più pericoloso del mondo, vengono contattati dalla CIA e convinti, più che dalle argomentazioni e da mozioni patriottiche da quelli più prosaici usati dalla seducente agente Lacey (Lizzy Caplan), a eliminare Kim Jong-un avvelenandolo. Dall'arrivo nella capitale Nordcoreana in poi si scatena il delirio: da un lato Il Leader Supremo seduce David con le sue confidenze e i due si capiscono al volo scoprendosi essere una sorta di fratelli separati alla nascita, dall'altra il Paese non si mostra così compatto come sembra dietro alla sua guida e perfino il suo paranoico entourage militare è spaccato in due tra fedelissimi e complottisti, tra cui la fascinosa Suk (Diana Bang), incaricata d prendersi cura dei due ospiti americani. Non anticipo nulla per non guastare la visione ai rari e veri intenditori del genere che sicuramente sapranno apprezzare come si deve questa sguaiata presa per il culo: 112 minuti, che volano via in un baleno, di sghignazzo garantito. Da notare che autori e buona parte del cast sono canadesi, e non statunitensi.
Liberatorio, libertario, scorretto, pulp, esilarante, demenziale spinto: quindi un film altamente meritorio, necessario e imperdibile, almeno dal mio punto di vista. Erano anni che non mi veniva un attacco di stupidera conclamata durante la visione di un film per di più casalinga: uscito solamente in poche sale indipendenti negli USA e disponibile (per ora?) soltanto su piattaforme on demand (tra cui SKY) in Europa, "The Intervierw" è quella pellicola che nell'autunno scorso aveva innescato la violenta reazione del governo Nord Coreano perché prende di mira il Leader Supremo Kim Jong-un, l'attacco informatico alla Sony, la casa produttrice del film, la decisione di non distribuire il film e il successivo "rammarico" di Obama per questa decisione. In realtà, non è soltanto lo Stranamore Nordcoreano a essere sbertucciato, ma almeno altrettanto i media USA, e in particolare i talk show, e il loro modo di inculcare pregiudizi sui "nemici" del momento, la cialtronaggine del mondo dell'informazione e l'idiozia profonda di quello politico-militare a cui fa da valletto e di cui i servizi di "intelligence" sono la massima espressione. David Skylark (James Franco) è l'anchor man di un programma televisivo di gossip becero (tra gli ospiti Eminem che fa outing della sua omosessualità) che pensa di riscattarsi professionalmente quando il suo produttore, amico ed eminenza grigia Aaron Rapoport (Seth Rogen), perché lui è un cretino sotto vuoto spinto, gli procura un'intervista al dittatore asiatico (Randall Park), che scoprono essere un fan della trasmissione dopo averlo contattato per via diplomatica. Prima della partenza per Pyongyang dove sono invitati ufficialmente per realizzare l'intervista in esclusiva all'uomo più pericoloso del mondo, vengono contattati dalla CIA e convinti, più che dalle argomentazioni e da mozioni patriottiche da quelli più prosaici usati dalla seducente agente Lacey (Lizzy Caplan), a eliminare Kim Jong-un avvelenandolo. Dall'arrivo nella capitale Nordcoreana in poi si scatena il delirio: da un lato Il Leader Supremo seduce David con le sue confidenze e i due si capiscono al volo scoprendosi essere una sorta di fratelli separati alla nascita, dall'altra il Paese non si mostra così compatto come sembra dietro alla sua guida e perfino il suo paranoico entourage militare è spaccato in due tra fedelissimi e complottisti, tra cui la fascinosa Suk (Diana Bang), incaricata d prendersi cura dei due ospiti americani. Non anticipo nulla per non guastare la visione ai rari e veri intenditori del genere che sicuramente sapranno apprezzare come si deve questa sguaiata presa per il culo: 112 minuti, che volano via in un baleno, di sghignazzo garantito. Da notare che autori e buona parte del cast sono canadesi, e non statunitensi.
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