"La scelta" di Michele Placido. Con Ambra Angiolini, Raoul Bova, Michele Placido, Valeria Solarino, Manrico Gammarota, Monica Contini, Mejdi El Euchi e altri. Italia 2015 ★★★+
Film coraggioso, che affronta in maniera esemplare un argomento quanto mai attuale e complesso come quello del desiderio, talvolta compulsivo e apparentemente irragionevole, di procreazione con tutti gli svariati aspetti che ne derivano, adattando senza grandi variazioni un testo teatrale del 1919 di Luigi Pirandello, "L'innesto", senza giudicare ma mostrando quanto poco, nell'arco di quasi un secolo, sia cambiato nella sostanza, nonostante le forzature "buoniste" e "politicamente corrette" che si vogliano fare, in nome del "diritto alla genitorialità", dell'eguaglianza dei sessi (e magari a prescindere dai sessi). Quello tra Laura, insegnante di canto al conservatorio e Giorgio, un cuoco appassionato, è un matrimonio felice, nella solare Bisceglie, la cui unica ombra è la mancanza di quel figlio che cercano da anni. Finché tutto cambia, prima in lei e poi in lui, quando Laura subisce uno stupro, che però si rifiuta di denunciare, limitandosi a raccontare al maresciallo dei carabinieri (Placido), di un'aggressione con rapina. Consciamente o no, rimuove quanto avvenuto durante le tre ore di quella "sparizione", che l'hanno cambiata dentro: è infatti rimasta incinta. Da quel punto in poi, una Ambra Angiolini che si conferma una delle migliori e più intense nonché versatili interpreti della sua generazione, mostra in maniera quanto mai credibile cosa si può agitare nella mente di una donna che tanto ha aspirato alla maternità e al contempo è profondamente innamorata del marito; Raoul Bova, nella sua espressività fissa e quasi stolida, riesce a essere perfetto nell'interpretazione del marito attonito, comprensibilmente ossessionato dal dubbio sulla sua paternità, nonostante le rassicurazioni di lei, basate più sulla bontà delle intenzioni nonché sulla rimozione che sulla realtà. A capire la situazione, e ad affrontarla a suo modo, con buon senso, umanità e tatto, il maresciallo dei carabinieri, che ne ha viste di tutti i colori e a sua volta si trova a crescere da solo un figlio adolescente in caserma. Che non spara sentenze ma cerca di comprendere. E così faccio anch'io, che non condivido le posizioni preconfezionate e ideologiche, in un senso e nell'altro, su un tema così delicato ma altrettanto fondamentale e personale. Io vado avanti a ritenere che Beniamino Placido sia un benemerito del cinema italiano, un uomo che al di là dell'apparente rudezza ha intelligenza, cuore, e sensibilità. E soprattutto onestà. Anche questa volta non mi ha deluso.
Film coraggioso, che affronta in maniera esemplare un argomento quanto mai attuale e complesso come quello del desiderio, talvolta compulsivo e apparentemente irragionevole, di procreazione con tutti gli svariati aspetti che ne derivano, adattando senza grandi variazioni un testo teatrale del 1919 di Luigi Pirandello, "L'innesto", senza giudicare ma mostrando quanto poco, nell'arco di quasi un secolo, sia cambiato nella sostanza, nonostante le forzature "buoniste" e "politicamente corrette" che si vogliano fare, in nome del "diritto alla genitorialità", dell'eguaglianza dei sessi (e magari a prescindere dai sessi). Quello tra Laura, insegnante di canto al conservatorio e Giorgio, un cuoco appassionato, è un matrimonio felice, nella solare Bisceglie, la cui unica ombra è la mancanza di quel figlio che cercano da anni. Finché tutto cambia, prima in lei e poi in lui, quando Laura subisce uno stupro, che però si rifiuta di denunciare, limitandosi a raccontare al maresciallo dei carabinieri (Placido), di un'aggressione con rapina. Consciamente o no, rimuove quanto avvenuto durante le tre ore di quella "sparizione", che l'hanno cambiata dentro: è infatti rimasta incinta. Da quel punto in poi, una Ambra Angiolini che si conferma una delle migliori e più intense nonché versatili interpreti della sua generazione, mostra in maniera quanto mai credibile cosa si può agitare nella mente di una donna che tanto ha aspirato alla maternità e al contempo è profondamente innamorata del marito; Raoul Bova, nella sua espressività fissa e quasi stolida, riesce a essere perfetto nell'interpretazione del marito attonito, comprensibilmente ossessionato dal dubbio sulla sua paternità, nonostante le rassicurazioni di lei, basate più sulla bontà delle intenzioni nonché sulla rimozione che sulla realtà. A capire la situazione, e ad affrontarla a suo modo, con buon senso, umanità e tatto, il maresciallo dei carabinieri, che ne ha viste di tutti i colori e a sua volta si trova a crescere da solo un figlio adolescente in caserma. Che non spara sentenze ma cerca di comprendere. E così faccio anch'io, che non condivido le posizioni preconfezionate e ideologiche, in un senso e nell'altro, su un tema così delicato ma altrettanto fondamentale e personale. Io vado avanti a ritenere che Beniamino Placido sia un benemerito del cinema italiano, un uomo che al di là dell'apparente rudezza ha intelligenza, cuore, e sensibilità. E soprattutto onestà. Anche questa volta non mi ha deluso.
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