Genova, 14 aprile 2015 |
Ovvero: "stessa razza, stessa faccia". Ad accogliere due giorni fa il sempre garrulo selfie made man fiorentino, lo stato maggiore piddino ligure in occasione della visita dello Stronzie al capoluogo appena sei mesi dopo l'alluvione. In primo piano, col vestito a pois e l'occhiale da sole in resta, l'altrettanto garrula Raffaella Paita, assessore regionale alle Infrastrutture, fresca indagata per "mancata allerta, omicidio e disastro colposo" in occasione della stessa alluvione, candidata alla successione dell'attuale presidente della Liguria, altro immarcescibile bonzo del partito ex comunista Claudio Burlando, al suo fianco. Basta guardarli per capire l'urgenza della disintegrazione del PD, anche alla luce della viscida e impalpabile consistenza della cosiddetta "minoranza interna", di cui si spera aver assistito all'ultimo penoso spettacolo di sé in occasione dell'assemblea dei deputati del partito sul voto sull'italicum. E invece ce li terremo per altri vent'anni, ché questa è la durata media dell'uomo solo al comando in questo Paese, dai tempi di Crispi a oggi.
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