"The Imitation Game" di Morten Tyldum. Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Charles Dance, Rory Kinnear, Matthew Beard, Allen Leech e altri. GB, USA 2014 ★★★★
E' curioso che questo film di impianto estremamente inglese di britannico abbia soltanto gli attori, in testa a tutti lo strabiliante Benedict Cumberbatch, mentre sono norvegese il regista, variamente continentali sceneggiatori e altri collaboratori fondamentali e statunitense il produttore: si potrebbe pensare a una certa coda di paglia nell'aver perseguitato per la sua omosessualità, quando, agli inizi degli anni Cinquanta era ancora un reato, uno scienziato fuori dal comune che ebbe un ruolo fondamentale nella sconfitta del nazismo: fu Alan Turing, matematico londinese, crittografo, precursore della moderna informatica, a inventare la macchina che permise di decifrare il codice Enigma, con il quale i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale si scambiavano segretamente informazioni di cruciale importanza militare. Il film parte dall'interrogatorio che Turing, "pescato" nei bagni di un pub, subisce a opera di un funzionario di polizia di Manchester che negli archivi sul suo conto trova che sono sparite delle carte relative al periodo bellico, e opera con una serie di flash back che ricostruiscono gli anni in cui lo scienziato, geniale quanto caratterialmente problematico e ai limiti dell'autismo, lavorò per i servizi segreti inglesi, sotto la diretta copertura del MI6 e di Churchill in persona, capeggiando una squadra di crittografi e linguisti per carpire il segreto del nemico. Ne risulta una storia avvincente, dettata da una corsa contro il tempo, ma che è incentrata sulla questione che dà il titolo al film, quel "gioco di imitazione", o di specchi, fatto di doppiezze, inganni, travisamenti che non riguardano solo "Enigma" ma anche tutto il gruppo che lavora, sotto copertura, sul suo codice, e in particolare Turing, che a sua volta è costretto a celare la sua autentica natura. E' anche, se non soprattutto, un film sulla comunicazione, il campo in cui opera Turing e in cui, paradossalmente o forse nemmeno tanto, a livello personale è più debole, incapace com'è di trovare a sua volta i codici per interagire col prossimo, che assume vette drammatiche quando, scoperto come funziona Enigma, occorrerà ancora una volta fare delle scelte per forza anche tragiche, come selezionare quali informazioni utilizzare e quali volutamente no, mandando la massacro magari migliaia di soldati o vittime innocenti, pur di non insospettire l'altra parte di averne scoperto la chiave. Altro tema connesso è quello delle diversità e della parte che essa svolge nel determinare una particolare sensibilità che rende alcune persone, come Turing, eccezionali e capaci di fare o capire quel che è impossibile agli altri. Semplicemente prodigiosa la prestazione di Benedict Cumberbatch, che vale da sola il biglietto. Bel film.
E' curioso che questo film di impianto estremamente inglese di britannico abbia soltanto gli attori, in testa a tutti lo strabiliante Benedict Cumberbatch, mentre sono norvegese il regista, variamente continentali sceneggiatori e altri collaboratori fondamentali e statunitense il produttore: si potrebbe pensare a una certa coda di paglia nell'aver perseguitato per la sua omosessualità, quando, agli inizi degli anni Cinquanta era ancora un reato, uno scienziato fuori dal comune che ebbe un ruolo fondamentale nella sconfitta del nazismo: fu Alan Turing, matematico londinese, crittografo, precursore della moderna informatica, a inventare la macchina che permise di decifrare il codice Enigma, con il quale i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale si scambiavano segretamente informazioni di cruciale importanza militare. Il film parte dall'interrogatorio che Turing, "pescato" nei bagni di un pub, subisce a opera di un funzionario di polizia di Manchester che negli archivi sul suo conto trova che sono sparite delle carte relative al periodo bellico, e opera con una serie di flash back che ricostruiscono gli anni in cui lo scienziato, geniale quanto caratterialmente problematico e ai limiti dell'autismo, lavorò per i servizi segreti inglesi, sotto la diretta copertura del MI6 e di Churchill in persona, capeggiando una squadra di crittografi e linguisti per carpire il segreto del nemico. Ne risulta una storia avvincente, dettata da una corsa contro il tempo, ma che è incentrata sulla questione che dà il titolo al film, quel "gioco di imitazione", o di specchi, fatto di doppiezze, inganni, travisamenti che non riguardano solo "Enigma" ma anche tutto il gruppo che lavora, sotto copertura, sul suo codice, e in particolare Turing, che a sua volta è costretto a celare la sua autentica natura. E' anche, se non soprattutto, un film sulla comunicazione, il campo in cui opera Turing e in cui, paradossalmente o forse nemmeno tanto, a livello personale è più debole, incapace com'è di trovare a sua volta i codici per interagire col prossimo, che assume vette drammatiche quando, scoperto come funziona Enigma, occorrerà ancora una volta fare delle scelte per forza anche tragiche, come selezionare quali informazioni utilizzare e quali volutamente no, mandando la massacro magari migliaia di soldati o vittime innocenti, pur di non insospettire l'altra parte di averne scoperto la chiave. Altro tema connesso è quello delle diversità e della parte che essa svolge nel determinare una particolare sensibilità che rende alcune persone, come Turing, eccezionali e capaci di fare o capire quel che è impossibile agli altri. Semplicemente prodigiosa la prestazione di Benedict Cumberbatch, che vale da sola il biglietto. Bel film.
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