domenica 5 luglio 2009

L'anima estone sull'isola di Saarema

Faro a Säare, Saarema, EstoniaRIGA (Lettonia) - Partiti da Tallin in una fresca mattinata di sole, da ieri mattina è iniziata la lenta discesa verso Sud. Evitando la costa Nord-Occidentale, ci siamo diretti su Haapsalu, già nota città termale e di soggiorno balneare fino agli inizi del secolo scorso, che ora sta tentando di tornare ai fasti del passato. Atmosfera estremamente rilassante, con le sue viuzze strette e le case di legno, la ragione della visita era però la fortezza vescovile. Il primo nucleo, chiamato “piccola fortezza”, venne fatto erigere dal vescovo feudatario nel 1265 e completato nei due secoli successivi, mentre il Piiskopilinnus, o castello vero e proprio, che si trova all’interno delle possenti mura, venne costruito invece tra il 1641 e il 1647 insieme alla cattedrale gotica. Da qui a Virtsu, dove ci si imbarca verso l’isola di Muhu, mezz’ora di traghetto, a sua volta collegata con un ponte a quella di Saareema, la più grande dell’Estonia e la seconda del Mar Baltico dopo quella di Gotland, in Svezia. 35 mila abitanti di cui 16 mila nel capoluogo Kuressaare, nella parte sud-occidentale, dove ci dirigiamo direttamente. La strada attraversa l’interno, e il panorama non cambia un granché rispetto alla terraferma: boschi di betulle misti a conifere,  campi di grano, improvvise macchie di un giallo violento, forse colza. Un aspetto poco isolano e marittimo, che sia a me sia al "Segretario" ha ricordato sotto molti aspetti l'irlanda. Ci si domanda dove siano questi abitanti: i dati ufficiali sembrano troppo generosi, ma ci accorgiamo che molte abitazioni sono letteralmente immerse nella foresta, non costruite ai margini dell’arteria principale, in modo disperso. Una volta sistematici a  Kuressaare, alla fine dell’Ottocento meta turistica dell’aristocrazia russa e non solo dopo la scoperta della presenza di fanghi curativi, imbocchiamo la strada costiera verso Sud-Ovest, che però tale non si rivela perché non si intravede ma il mare fino a quando non si giunge alla punta estrema della Penisola di Sövre, a Saäre, dove si trovano l’imponente faro, alcuni resti di postazioni sovietiche e alcuni bagnanti. In compenso transitiamo per alcuni borghi come Mandala, Anseküla e Salme, ridenti nonostante il nome che portano. Torniamo quindi verso Nord lungo la costiera occidentale della penisola, questa volta con più opportunità di vista-mare, incontrando alcuni lunghi tratti di strada sterrata e dove gli abitati che attraversiamo, come Jämaja, regolarmente segnati sulla cartina, sembrano villaggi-fantasma.  Però abbiamo l’opportunità di fotografare uno dei rari mulini a vento superstiti delle centinaia che erano attivi sull’isola fino all’inizio del secolo scorso, senza pale ma se non altro autentico: ve ne sono altri, perfino ridipinti con Säare, Saarema, Estoniasembianze umane, chiaramente posticci. Dopo aver avvistato una volpe che attraversava la strada e poco dopo probabilmente una cinghialessa con annessa prole intenta a compiere la stessa operazione, abbiamo incontrato anche un contadino che spingeva sorridente la carriola traboccante di fieno appena rastrellato. E’ stato immediatamente battezzato “Il Felice Contadino Estone” dall’ineffabile Segretario, ieri in una fase di creatività didascalica particolarmente fertile. Tra una fermata e l’altra sulla costa, dove notiamo che ci si dedica alla costruzione di innumerevoli tumuli di varia forma con la ghiaia della spiaggia, così come altrove ci si appassiona a quella dei castelli di sabbia, giungiamo a Kihelkonna, segnalato come il centro più abitato della parte occidentale dell’isola dopo il capoluogo. Atmosfera bucolica, una pregevole chiesa con un campanile altissimo circondata da alberi così imponenti e rigogliosi, in questa stagione, da rendere impossibile un’inquadratura completa. Accanto un bed & breakfast, dal cui camino si spargevano i fumi aromatici di un’inequivocabile attività di affumicatura di carne e di distillazione di liquori. Una decina di case, prevalentemente in legno, sparse nei dintorni, con giardini pieni di piante da frutto, curatissime e adornate di fiori e nient’altro. A Veere, circa a metà di un’altra penisola che si protende sul versante nord-occidentale di Saareema, le uniche costruzioni appartengono a una dogana-merci che parrebbe in fase di dismissione. A Mustjala, come a Kihelkonna, un’altra chiesa deliziosa in mezzo a una Piiskplillinus di Kuressaaredecina di case sparpagliate, e quindi a Tagaranna, all’estremità settentrionale di Vinose Pank (Punta Vinose), con vista su Panga Pank, l’unico luogo di Saarema in cui le coste hanno forma di scogliera. Transitando ancora per Valjala, al centro dell’isola, con un’altra notevole chiesa gotica in mezzo a un borgo sonnolento, siamo rientrati a Kuressaare per l’ora di cena, domandandoci dove potessero essersi cacciati i sedicimila abitanti della cittadina, perché l’impressione è stata che ci fossero soltanto turisti, poco numerosi e in buona parte finlandesi. Oltretutto è la stagione migliore, perché in agosto l’estate, a queste latitudini, volge ormai decisamente al termine. Un ultimo accenno alla gastronomia: si trovano piatti locali come zuppe di crauti, di fagioli o a base di panna acida, così come sapidi arrosti di maiale, piatti di cinghiale e di alce, oltre agli immangabili "pankuki", crêpes dai ripieni più vari; ma  sono presenti anche i fast food, all'americana, e qualcosa che chiamano pizza nonché piatti di pasta sono purtroppo reperibili ovunque. Deliziose le fragole da coltivazione e quelle di bosco, in quantità industriali, nonché i mirtilli, venduti spesso lungo le strade ma anche nelle città direttamente da chi le ha raccolte. A prescindere dal tono un po’ ironico sulla rarefazione degli abitanti, l’ambiente particolarmente agreste e la vita sociale poco frenetica, Saarema è il luogo ideale per chi cerca una vacanza a contatto con la natura, detesta avere rompiscatole attorno, ama fare passeggiate ed è un vero paradiso per i cicloturisti, e infatti ne abbiamo visti tanti di ogni età. La struttura alberghiera è più che adeguata per qualsiasi esigenza, volendo andare al risparmio ci sono anche campeggi, spesso dotati di bungalow, e anche chi si muove in camper non troverà problemi. Senza dimenticare che qui si ritrova probabilmente l’anima estone più autentica, considerato che l’isola è sempre stato l’ultimo posto occupato dalle potenze straniere, come documenta la ricca esposizione che si può visitare nel suggestivo Piiskopillinus di Kuressaare, un'altra fortezza vescovile perfettamente restaurata e conservata (foto più in alto, a destra)

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