mercoledì 21 maggio 2025

Reinas

"Reinas" di Klaudia Reynicke. Con Abril Gjurinović, Luana Vega, Jimena Lindo, Gonzalo Molina, Susi Sánchez. Svizzera, Denise Arregui, Tatiana Astengo, Fabrizio Aguilar Boschetti e altri. Perú, Svizzera 2024 ★★★★

Mentre in Italia si levano alti lai, per carità, giustificati, da parte di registi, attori, maestranze sullo stato penoso del cinema italiano, privo di sostegno pubblico e nel totale disinteresse del governo (perché stupirsi?), è un peccato che non venga meglio distribuito e valorizzato quello latino-americano, capace di produzioni pregevoli pur potendo contare su finanziamenti modesti, che ci è culturalmente sicuramente più affine di quello statunitense. Dopo il bellissimo e commovente Io sono ancora qui di Walter Selles, ecco Klaudia Reynecke, regista svizzero-peruviana che ci riporta nel clima rovente del Paese andino negli anni Novanta, col governo Fujimori alle prese con la lotta armata di Sendero Luminoso, di fatto una guerra civile durata un paio di decenni ed entrata nella fase decisiva, con una storia minima, famigliare, che comunque è condizionata dagli eventi esterni alle mura di casa. In quella situazione di tensione e incertezza continua, Elena (Jimena Lindo), due figlie, separata, che ha un buon impiego in un'agenzia di viaggi, ha ricevuto un'offerta di lavoro dal Minnesota, nei tanto agognati USA, e le manca solo la firma del marito Carlos (Gonzalo Molina), da cui vive separata e che ormai latita da anni, per partire assieme alle due ragazze: Aurora, adolescente, e Lucia, più piccola, molto unite e complici a differenza dei genitori: Reinas, il nomignolo con cui le vezzeggia il genitore fuggitivo. Ed ecco che ricompare, Carlos, che vive di espedienti (al momento tassista abusivo a bordo di un'auto sgangherata e che fa piccoli traffici, spesso baratti, in un Paese in crisi anche economica) e se la racconta, facendo il simpatico: porta al mare le ragazze spacciandosi per un agente dei servizi riservati, fa il simpatico cercando di riconquistarne l'affetto dopo averle, di fatto, abbandonate e, quanto alla firma per permetterne l'espatrio, tergiversa. Una vicenda famigliare in esterni (sulle spiagge della capitale, eternamente immersa nella garúa, la foschia spesso tossica che grava su Lima) quando le ragazze sono in giro scarrozzate da Carlos, e in interni quando si trovsno nella casa dove vivono con la nonna e la madre, a Miraflores, il quartiere residenziale e "bianco" (così come Colonia Roma di Città di Messico, che dà il titolo al film con cui Alfonso Cuarón vinse, per una volta meritatamente, il Leone d'Oro nel 2018, con cui Reinas ha non poche affinità pur non raggiungendone la raffinatezza estetica), con contorno di zii, amici (ispanici) e domestici (non a caso tutti meticci o andini): una realtà che le ragazze non vorrebbero lasciare. Quando, tra un black out elettrico e una continua battaglia contro il tempo a causa del vigente coprifuoco, alla fine Carlos acconsentirà a firmare l'assenso per l'espatrio, pur col dispiacere del distacco e forse il rimpianto per averle trascurate prima, dirà che comunque hanno il privilegio della libertà scelta, ossia di lasciare un Paese in disfacimento e in una crisi forse irreversibile: una libertà che di fatto riguarda soltanto quel 15% di popolazione criolla e bianca che di fatto comanda da sempre in Perú. Un film dunque che racconta una storia privata inserendola, senza farla fagocitare, in un contesto storico più grande, dove la forza sta nella rendere le sfumature delle relazioni interpersonali tra persone che hanno età, visioni e aspettative di vita diverse rispettandone i rispettivi punti di vista. e la cosa riesce grazie all'eccellente interpretazione di tutto il cast, a cominciare da quelli nominati sopra oltre a Gimena Sánchez nella parte della borghesissima nonna e suocera di Carlos. Film come questo andrebbero valorizzati meglio.

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