sabato 3 febbraio 2024

Povere creature - Poor Things

"Povere creature - Poor Things" (Poor Things) di Yorgos Lanthimos. Con Emma Stone. Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Hannah Schygulla, Jerrod Carmichael, Suzy Bemba, Margaret Qualley, Cathrin Hunter II, Damien Bonnard e altri. USA 2023 ★★★★★

Eh sì, qui siamo proprio a livelli altissimi, e per una volta il Leone d'Oro dell'ultima Biennale Cinema di Venezia è stato assegnato al film che lo meritava: Yorgos Lanthimos si conferma ancora una volta un regista geniale quanto fuori dagli schemi, che sa scegliersi gli interpreti più adatti per i suoi personaggi particolarmente ostici e a cui lascia, con tutta evidenza, lo spazio che serve loro per ritagliarseli addosso. E' il caso, innanzitutto, di una strepitosa Emma Stone (già sodale dell'autore greco ne La Favorita e qui anche nella veste di co-produttrice), che ritengo la più intelligente e talentuosa attrice della sua generazione, e poi di un grandioso Willem Defoe, la cui bravura conosciamo da decenni, alle prese con due versioni di Frankenstein: padre e figlia, con le relative "deformazioni", fisiche e mentali; ma anche Mark Ruffalo è all'altezza, nei panni di una sorta di gagà dell'Epoca Vittoriana. Siamo a cavallo tra XIX e XX Secolo a Londra e God(win) Baxter, scienziato positivista, chirurgo di perizia ineguagliabile, nonché eccentrico e anticonformista, si dedica alla sperimentazione più audace essendone lui stesso stato "vittima" da parte di suo padre, da cui ha ereditato mestiere, competenze, tare di ogni genere ma soprattutto la spregiudicatezza intellettuale. Il suo capolavoro è Bella, trovata cadavere dopo essersi suicidata gettandosi nel fiume da un ponte, e riportata in vita innestandole il cervello del feto, ancora vivente, che portava in grembo. Il risultato è l'organo di una bimba che si sta sviluppando nel corpo di una donna, senza subirne le limitazioni di ruolo: particolarmente "stringenti" ai tempi, ma che Lanthimos ci fa capire essere una costante nella storia dell'umanità, almeno quella "occidentale", fino ai nostri giorni compresi. Come la Stone sia capace di esprimerne corporalità disarticolata, senza filtri, infantile entusiasmo e amoralità, anche nelle movenze, è prodigioso, in questa fase di "formazione accelerata" da parte di Bella e di presa di coscienza del proprio corpo e delle sue pulsioni. Il suo è un percorso di graduale "crescita", che la porterà a sperimentare qualsiasi cosa senza filtri morali con una razionalità lucida e una logica impeccabile ereditate dagli insegnamenti di "God" che, considerandola del tutto umana e dotata di Libero Arbitrio, non le impedirà di "conoscere il mondo" e di cimentarvisi a sua volta e, benché a malincuore, le consentirà di prendere la sua strada. Perché Bella, pur promessa sposa a un fidanzato a cui vuole bene (Max, l'allievo prediletto e assistente di Godwin, a cui dà il volto Ramy Youssef) vuole provare a sua volta qualsiasi aspetto della vita "là fuori". Godwin la lascerà andare, a costo di lasciarla tra le braccia di una sorta di Dongiovanni da strapazzo (l'avvocato Duncan Wedderbrun), bellimbusto col quale attraverserà il Mediterraneo a bordo di una nave da crociera, conoscerà persone che le apriranno gli occhi, per esempio facendole conoscere la povertà e lo sfruttamento del prossimo (delizioso il Cameo della mitica Hanna Schygulla nei panni di una anziana e saggia crocierista che la introduce all filosofia). Vedrà Alessandria, Atene, Marsiglia, dove faranno sbarcare lei e Duncan perché lei ha donato tutti i suoi averi ai poveri mentre lui ha perso i suoi al gioco) e da lì andrà a Parigi, dove atterrerà in un bordello in cui eserciterà pure, in modo sperimentale e "illuminato", il mestiere della meretrice. Lì conoscerà Toinette, e con lei sia i piaceri dell'amore saffico sia il socialismo. Su invito di God(win), ormai malato terminale, e Max tornerà a Londra, riconciliandosi col suo mentore e decide di diventare anche lei medico. Mentre sta per sposarsi con Max, che la ama e l'accetta per quello che è, compresa una vita sessuale variata oltre che vivace, riappare anche il marito di quando era la donna suicidatasi per sfuggire proprio al matrimonio e a una gravidanza indesiderata, il generale Alfie Blessington, imbecille come soltanto un militare di carriera può essere, che per tenerla sotto controllo pretende di imporle la clitoridectomia, ma sarà il suo cervello a fare una brutta fine, scambiato con quello di una capra, così non potrà andare alla polizia per accusarla di averlo ferito. Quando God(win) morirà, sarà lei a sostituirlo, novella Dottoressa Frankenstein, e vivranno tutti felici e contenti, Bella, Max  e Toinette, nella magione dei Baxter. Fantasiosa l'ambientazione, un fumetto a colori elaborato come in un romanzo grafico (latro che Wes Anderson...), che riflette luoghi e situazioni visti con gli occhi di un bambino, mentre altre parti sono girate in un bianco e nero molto suggestivo; la fotografia, va da sé, è eccellente come in ogni lavoro di Lanthimos, e adeguata è la colonna sonora. Un gran bel film, femminista, libertario e liberatorio, e pure divertente: da non perdere. 

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