lunedì 5 febbraio 2024

Una isla


"Una isla" / Agrupación Señor Serrano. Regia e drammaturgia di Àlex Serrano e Pau Palacios; assistente Carlota Grau. Con Lia Coelho Vohlgemuth, Sara Montalvão, Bartosz Ostrowski, Carlota Grau; scenografia e costumi Xesca Salvà; disegno luci Cube.bz; musiche Nico Roig; coreografia Núria Guiu; creazione video olografico David Negrão; programmazione video David Muñiz. Produzione 
GREC Festival de Barcelona, Câmara Municipal de Setúbal, Rota Clandestina, Festival Internacional de Teatro de Expressão Iberica (FITEI), Centro Cultural CondeDuque, Laboratorio de las Artes de Valladolid (LAVA), CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Festival delle Colline Torinesi, Feikes Huis, SPRING Festival, Departament de Cultura de la Generalitat. Al Teatro Palamostre di Udine per CSS Teatro Contatto sabato 3 febbraio 2024

La prima sorpresa entrando in sala è il palcoscenico completamente deserto: Agrupación Señor Serrano sono vecchie conoscenze del CSS Teatro Contatto, che coproduce gli spettacoli del gruppo catalano, la sala è colma e il pubblico è abituato a vedere la scena occupata da video, modellini in scala, telecamere, membri del gruppo che si danno da fare con le varie apparecchiature elettroniche o semplicemente cazzeggiano in attesa di dare inizio alla performance. Invece, il vuoto: un fondale nero. Si rivelerà uno schermo, dopo che è entrata in azione Lia Coelho Vohlgemuth che, non cambiando mai espressione per tutta la durata della rappresentazione, si esibirà, instancabile, in esercizi ginnici che che si risolvono in un fluido stretching con movenze che ricordano lo yoga e il tai chi mentre sullo schermo si svolge la conversazione, per iscritto, fra la compagnia (Joel) e l'Intelligenza Artificiale (Aisha). Perché la Agrupación, come spiegherà dopo lo spettacolo Pau Palacios, storico sodale di Àlex Serrano, nell'intento di intraprendere strade diverse da quelle già percorse, ha voluto provare a interagire con essa per verificare se fosse possibile creare uno spettacolo assieme. Spettacolo che ruota, per l'appunto, sull'incontro tra realtà diverse: come si reagisce quando si entra in un territorio che non si conosce, un'isola, per esempio, in contatto con l'altro, completamene diverso da noi? Magari un gruppo coeso, e si è in minoranza? Fino a che punto si può arrivare nella ricerca di un terreno comune? Questo vale anche per l'interlocuzione con l'IA, che sarà pure il "raccoglitore" di tutta la conoscenza elaborata dall'uomo nel corso dei millenni, ma non ne ha l'esperienza sensoriale, che è fondamentale non solo per intendersi ma per lavorare a uno scopo "condiviso", per quanto la rappresentazione teatrale che di questa forma di “cooperazione” è il frutto, alla fine ne sia il risultato tangibile, lasciando ovviamente senza risposta tutte le domande che il pubblico, come gli autori, si pongono a proposito di questa "collaborazione". Quando sul palco si forma una bolla in cui si agitano, a ritmo completamente diverso dal suo, altri tre performer, la “ginnasta” apparsa per prima inizialmente vi gira attorno perplessa, poi decide di entrarvi ma i suoi movimenti risultano inevitabilmente fuori sincrono con quelli degli altri; quando alla fine a questo gruppo già eterogeneo si aggiunge  una moltitudine di colorati "fanatici" del rugby che circonda le due realtà già presenti sul palco, quindi con modalità e dinamiche proprie e completamente estrane, la confusione diventa totale e si dovrà trovare un sistema di convenienza nello stesso spazio in cui ora si trovano a coesistere tre mondi (o modi di essere) completamente differenti. Ci si riuscirà? Domanda senza risposta. 65 minuti tirati, ipnotici, che ti inchiodano sulla sedia e ti coinvolgono; cambiamenti improvvisi, ologrammi che compaiono, trasformano volti e li fanno diventare altro; spuntano immagini di isole tropicali (dove secondo l'IA potrebbe pure nevicare) ma anche di alcune opere d'arte significative; la musica, intesa soprattutto come ritmo, spesso forsennato, è sempre una componente fondamentale nelle sperimentazioni del gruppo teatrale catalano a rappresentare il quale, come accennato sopra, si è presentato dopo lo spettacolo (applaudito calorosamente ma che ha forse lasciato tra il sorpreso e il perplesso una parte del pubblico) Pau Palacios, che si è intrattenuto coi presenti per un'ora abbondante, con una disponibilità rara ed esprimendosi in un italiano esemplare. Hasta pronto!

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