Con Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones, se n'è andato un vero Signore. Un Signor musicista, a dispetto di una critica affascinata dalla sovrabbondante spettacolarità di tanti suoi colleghi più osannati. Di scuola jazz (genere di cui era appassionato fin da bambino, in particolare aveva un culto per il suo omonimo Charlie "Bird" Parker), dotato di un tocco lieve e chirurgico, gli bastava un set essenziale per costituire assieme a Keith Richards, il membro della banda con cui legava di più e si e completava caratterialmente, la più micidiale sezione ritmica di tutto l'epopea del rock: i due sono sempre stati il motore (e l'anima) della band. Il resto era carrozzeria: di lusso ma pur sempre carrozzeria. E se n'è andato un gentiluomo, una persona per bene ma per niente un perbenista come lo dipinge ora la canea di laudatores fuori tempo massimo che imperversa sui media, garbata, di poche parole ma precise, ironiche, spesso affilate: parlava come suonava, in un modo tutto suo, preciso, senza fronzoli. Rimarrà per sempre nei cuori di chi ama davvero la musica e non solo gli aficonados da sempre dei Rolling Stones. Rest in peace, Charlie.
mercoledì 25 agosto 2021
In Loving Memory of Charlie "My Darling" Watts, London 02.06.1941-24.08.2021
Con Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones, se n'è andato un vero Signore. Un Signor musicista, a dispetto di una critica affascinata dalla sovrabbondante spettacolarità di tanti suoi colleghi più osannati. Di scuola jazz (genere di cui era appassionato fin da bambino, in particolare aveva un culto per il suo omonimo Charlie "Bird" Parker), dotato di un tocco lieve e chirurgico, gli bastava un set essenziale per costituire assieme a Keith Richards, il membro della banda con cui legava di più e si e completava caratterialmente, la più micidiale sezione ritmica di tutto l'epopea del rock: i due sono sempre stati il motore (e l'anima) della band. Il resto era carrozzeria: di lusso ma pur sempre carrozzeria. E se n'è andato un gentiluomo, una persona per bene ma per niente un perbenista come lo dipinge ora la canea di laudatores fuori tempo massimo che imperversa sui media, garbata, di poche parole ma precise, ironiche, spesso affilate: parlava come suonava, in un modo tutto suo, preciso, senza fronzoli. Rimarrà per sempre nei cuori di chi ama davvero la musica e non solo gli aficonados da sempre dei Rolling Stones. Rest in peace, Charlie.
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