lunedì 31 agosto 2020

The Hater

"The Hater" (Hejtar) di Jan Komasa. Con Maciej Musialowski, Vanesa Aleksander, Agata Kulesza, Danuta Stenka, Jacek Koman, Pawel Rudnicki, Adam Gradowski e altri. Polonia 2020 ★★★★

Altro bel film, premiato come miglior lungometraggio al Tribeca Film Festival di quest'anno, la cui uscita nelle sale è stata bloccata dal lockdown da Covid19, i cui diritti sono stati acquistati da Netflix e che è vedibile sulla  relativa piattaforma. Il giovane ma già affermato regista Jan Komasa, dipingendo la fulminea e astuta ascesa del mellifluo Tomasz nel mondo della disinformazione e dei social media, mette il dito nella piaga di una situazione universale ma descrive anche le inquietudini e le tensioni interne alla società polacca e i suoi riflessi politici. Personaggio principale è un ex studente di giurisprudenza, espulso dalla sua facoltà per plagio, ambiguo e manipolatore, mosso dal desiderio di emulazione accompagnato da quello di rivalsa nei confronti dei suoi "magnati", una benestante famiglia di intellettuali progressisti della capitale, i Krasucka, che lo finanziano negli studi perché lo conoscono da quando trascorrevano le vacanze estive nel villaggio di campagna da cui proviene Tomasz; ulteriore motivazione, conquistare l'attenzione della loro bella e problematica figlia minore Gabi, che non lo considera. Dopo essersi fatto assumere da un'azienda che si occupa di informatica e che in sostanza, attraverso l'uso di falsi profili sui social media e intrusioni nella privicy, ricatta o sputtana personaggi pubblici, ambiente in cui si sente subito a suo agio superando i suoi stessi "superiori" e la sua datrice di lavoro, Tomasz avrà in mano tutti gli strumenti necessari a conseguire i suoi scopi, essendo in grado di carpirne i segreti più profondi e costruendo trappole micidiali. In cui cade, ad esempio, il candidato a sindaco di Varsavia Rudnicki, impegnato contro la montante marea nazionalista e xenofoba che, nella realtà, da qualche anno si è abbattuta sulla Polonia; nel cui comitato elettorale il giovane si fa assumere conquistandone la fiducia: verrà ripagato prima con un filmato in cui compare alticcio in un locale di omosessuali, e poi rimanendo ucciso, assieme ad altri, tra cui la figlia più anziana dei Krasucka, durante il vernissage di una mostra di beneficenza, a opera di un altro elemento, tale Guzek, un blogger e youtuber neonazista a caccia di fama ma soprattutto di quattrini, che Tomasz manovra a distanza attraverso un videogioco da cui quest'ultimo è dipendente. Rimarrà ferito anche Tomasz stesso, ma non chi potrebbe testimoniare contro di lui, e il nostro ne uscirà come un eroe e non solo, pure a capo dell'azienda di cui avrà assunto il comando dopo essersi procurato i mezzi per ricattare la sua datrice di lavoro: una marcia trionfale sostanzialmente senza ostacoli, considerando la totale mancanza di scrupoli morali da parte del protagonista. Storia inquietante perché assolutamente verosimile, in un mondo di realtà virtuali sempre più concrete e film che conferma ancora una volta l'altissimo livello della cinematografia polacca, sia per quanto riguarda la regia, la scrittura, la fotografia sia la bravura degli interpreti, Maciej Musialowski (Tomasz) e Agata Kulesza (Beata, la titolare dell'azienda informatica e sua "superiore"), una tradizione che non viene meno. 

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