"'71" di Yann Demange. Con Jack O'Connell, Sam Reid, Paul Anderson, Sean Harris, Richard Dormer, Denise Gogh, Charlie Murphy, Sam Hazeldine, Valene Kane, David Wilmot, Martrin McCann, Babou Ceesay. GB 2014 ★★★★½
Filmone, da non perdere se vi capita sotto tiro: per sua sfortuna, uscito pressoché inosservato in una stagione "morta". Meglio ancora se in lingua originale e sottotitolato. Siamo a Belfast nel periodo più nero dei troubles nordirlandesi e Gary Hook è una giovane recluta dell'esercito originaria del Derbyshire che come primo incarico viene spedita nel capoluogo dell'Ulster. Alla guida del reparto a cui viene assegnato, l'altrettanto inesperto tenente Armitage. Durante la prima missione, a supporto della polizia locale nella perquisizione di una casa nel quartiere cattolico più "caldo", rimane isolato, assieme a un compagno che verrà ucciso, dietro le "linee" della folla di cattolici che ha circondato i soldati, e in qualche modo riesce a fuggire tra i vicoli a due membri dell'ala provisional dell'IRA che gli danno la caccia per giustiziarlo. Viene "salvato" da un ragazzino protestante che lo porta in un pub del quartiere dove Hook intravede il suo capitano, in civile, che sta aiutando un gruppo unionista a confezionare una bomba ad alto potenziale, la quale finisce per esplodere per sbaglio e mandare all'aria il bar. Altra fuga, e finisce per essere inseguito sia da un gruppo di giovani provisional, sia da uno dell'IRA "regolare", sia dai suoi stessi commilitoni, tra cui però c'è qualcuno che intende eliminarlo per quel che ha visto: un superiore che gioca uno contro l'altro i due filoni concorrenti dell'IRA. L'argomento dei troubles nei suoi vari aspetti non è nuovo, anzi: è stato affrontato con grande coraggio, in tutti i suoi aspetti, dal cinema britannico e di questo gli va dato atto; nel caso di '71, che segna l'esordio nel lungometraggio del francese Yann Demange, fin qui specializzato in serie TV e premiato per questo film indipendente, si concentra sull'impatto che quella guerra civile ha avuto sui più giovani, in alcuni casi perfino adolescenti, e il loro coinvolgimento, cosciente oppure no. Lo fa raccontado, con tempi e modi di un film d'azione di primissimo ordine, una vicenda che se non è storica è altamente verosimile, perché alla guerra si gioca sporco, da entrambe (o più) parti, senza giudicare torti e ragioni ma mostrando fin dove si può arrivare e quanto sia lieve la linea di separazione tra una normalità per quanto anomala e il suo trascendere. Le riprese sono nervose, seguono i personaggi dando l'impressione di essere dentro la scena; le luci livide e le ambientazioni squallide rendono l'atmosfera cupa di quei luoghi in quegli anni; tutte le interpretazioni sono all'altezza e le facce scovate dal regista semplicemente perfette per rendere un campionario fedele alla realtà. Un'opera prima estremamente convincente e promettente.
Filmone, da non perdere se vi capita sotto tiro: per sua sfortuna, uscito pressoché inosservato in una stagione "morta". Meglio ancora se in lingua originale e sottotitolato. Siamo a Belfast nel periodo più nero dei troubles nordirlandesi e Gary Hook è una giovane recluta dell'esercito originaria del Derbyshire che come primo incarico viene spedita nel capoluogo dell'Ulster. Alla guida del reparto a cui viene assegnato, l'altrettanto inesperto tenente Armitage. Durante la prima missione, a supporto della polizia locale nella perquisizione di una casa nel quartiere cattolico più "caldo", rimane isolato, assieme a un compagno che verrà ucciso, dietro le "linee" della folla di cattolici che ha circondato i soldati, e in qualche modo riesce a fuggire tra i vicoli a due membri dell'ala provisional dell'IRA che gli danno la caccia per giustiziarlo. Viene "salvato" da un ragazzino protestante che lo porta in un pub del quartiere dove Hook intravede il suo capitano, in civile, che sta aiutando un gruppo unionista a confezionare una bomba ad alto potenziale, la quale finisce per esplodere per sbaglio e mandare all'aria il bar. Altra fuga, e finisce per essere inseguito sia da un gruppo di giovani provisional, sia da uno dell'IRA "regolare", sia dai suoi stessi commilitoni, tra cui però c'è qualcuno che intende eliminarlo per quel che ha visto: un superiore che gioca uno contro l'altro i due filoni concorrenti dell'IRA. L'argomento dei troubles nei suoi vari aspetti non è nuovo, anzi: è stato affrontato con grande coraggio, in tutti i suoi aspetti, dal cinema britannico e di questo gli va dato atto; nel caso di '71, che segna l'esordio nel lungometraggio del francese Yann Demange, fin qui specializzato in serie TV e premiato per questo film indipendente, si concentra sull'impatto che quella guerra civile ha avuto sui più giovani, in alcuni casi perfino adolescenti, e il loro coinvolgimento, cosciente oppure no. Lo fa raccontado, con tempi e modi di un film d'azione di primissimo ordine, una vicenda che se non è storica è altamente verosimile, perché alla guerra si gioca sporco, da entrambe (o più) parti, senza giudicare torti e ragioni ma mostrando fin dove si può arrivare e quanto sia lieve la linea di separazione tra una normalità per quanto anomala e il suo trascendere. Le riprese sono nervose, seguono i personaggi dando l'impressione di essere dentro la scena; le luci livide e le ambientazioni squallide rendono l'atmosfera cupa di quei luoghi in quegli anni; tutte le interpretazioni sono all'altezza e le facce scovate dal regista semplicemente perfette per rendere un campionario fedele alla realtà. Un'opera prima estremamente convincente e promettente.
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