IMUZZER – Da Sidi Ifni verso Nord, ieri si è risalita la costa atlantica, perennemente immersa in una leggera nebbiolina quasi trasparente: sosta d’obbligo alla magnifica spiaggia di Legzira (foto in alto) a una decina di chilometri dalla città. Qua e là agglomerati di cubicoli di cemento in costruzione, di cui non è ancora chiaro se faranno parte di villaggi vacanze o se diverranno complessi residenziali formati da villette singole, fortunatamente arretrate rispetto alla spiaggia, nella discesa verso la quale, invece, sorgono alcune costruzioni che ospitano piccoli alberghi con caffè e ristoranti dotate di un’eccezionale vista-mare che si integrano perfettamente col paesaggio e ricordano quelle lungo la Costiera Amalfitana o la Riviera Ligure, nei rari tratti in cui non è stata deturpata dalla cementificazione forsennata. La spiaggia, di sabbia compatta e sassi arrotondati, è lunga alcuni chilometri e caratterizzata da due enormi “archi” naturali nella roccia che la rendono ancora più suggestiva. Poca gente, pure d’estate l’affollamento è molto relativo, anche perché le onde lunghe e le correnti dell’Oceano non vi rendono agevole la balneazione, per non parlare della temperatura dell’acqua. Ciononostante qualche pazzo, non necessariamente teutonico o scandinavo, tra cui un puro padano componente la nostra spedizione, non ha mancato di farsi una nuotata con il pretesto che sarebbe stata la prima dell’anno e incurante del fatto che potesse essere anche l’ultima. Naturalmente per riuscirci costoro hanno provato a convincere sé stessi, prima anocra del prossimo, che la temperatura fosse gradevole, fresca il giusto, “come nel Mediterraneo a inizio giugno”. Tutte balle: l’Atlantico, da queste parti, come alle Canarie che stanno di fronte, è freddo anche in piena estate. Altra fermata alla spiaggia di Mirleft (foto in basso)prima di tornare verso l'interno a visitare la vivace e pittoresca Tizrit, con una medina circondata da mura ancora intatte, centro commerciale e importante nodo viario sulle vie di comunicazione verso l'interno. Quindi verso Nord, aggirando lungo una tangenziale la vastissima e alquanto orrenda Agadir, le cui propaggini che si estendono per chilometri dal centro ricordano le banlieus di Marsiglia anche per lo stile "architettonico", se è lecito usare questo termine per i falansteri delle nuove urbanizzazioni popolari, per addentrarci nella Valle del Paradiso per una cinquantina di chilometri alla volta delle famose cascate di Imuzzer, che la scorsa estate erano a secco, secondo quanto riferiscono due nostri compagni di viaggio che erano stati qui quattro mesi fa. Il sole è già tramontato, velocemente a queste latitudini, e ha pure cominciato a piovigginare. A quest'oggi l'ardua sentenza se di vero paradiso si tratta: le chambres d'hôtes, comunque, erano ampie e pulite e la cena di ieri sera, come la colazione di stamattina al ristorantino con vista sullo strapiombo, ottima. Al prezzo irrisorio di 20 € a testa.
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