mercoledì 24 settembre 2025

Downton Abbey - Il Gran Finale

"Downton Abbey - Il Gran Finale" (Downton Abbey - The Gran Finale) di Simon Curtis. Con Hugh Bonneville, Jim Carter, Michelle Dockery, Elizabeth McGovern, Paul Giamatti, Penelope Wilton, Joely Richardson, Dominic West, Alessandro Nivola, Joanne Froggatt, Allen Leech, Phyllis Logan, Sophie McSheera, Brendan Coyle, Laura Carmichael e altri. GB. USA 2025 ★★★=

Staremo a vedere se questa sarà davvero l'ultima puntata ( fin qui la terza) del seguito cinematografico dell'omonima serie televisiva di successo planetario: capacissimi che si inventino una qualche ulteriore derivazione, ovvero spin-off, come si dice in gergo. Non rimane niente da aggiungere a quanto già detto in quelle precedenti: la prima del 2019 e la seconda, del 2022, salvo che il livello qualitativo decresce con il susseguirsi degli episodi, mentre aumentano scontatezza e noia. Quindi non rimane che da dire qualcosa sulla trama: siamo nel 1930 e la famiglia Crowley subisce di rimbalzo gli effetti della crollo di Wall Street dell'anno prima, perché Harold (Giamatti) cognato del capofamiglia Robert, ha sperperato buona parte del patrimonio della sorella e degli investimenti di famiglia ed è venuto in visita dagli USA assieme al personaggio a cui si era affidato, un sedicente finanziere che si rivelerà un truffatore pluricondannato. Nel frattempo The Times There are A Changing e la parola d'ordine è "cambiamento" (pur sempre nella continuità: il gattopardismo non è certo una specialità italiana). Questo in entrambi i mondi messi in scena dalla serie e dai tre film: quello della nobiltà e quello della sua servitù, strettamente interconnessi, in rapporto quasi simbiotico. Il cambio della guardia è d'attualità sia in cucina, tra la cuoca anziana e quella giovane, sia tra chi di fatto ha governato l'enorme e prestigiosa magione di Dowton Abbey nello Yorkshire, il maggiordono Crowley, restio ad abbandonare il suo ruolo, e il suo successore Parker, ma è ancora più dura per il Conte Robert cedere le redini a sua figlia Mary, peraltro malvista dall'aristocrazia della capitale, e di conseguenza anche da quella locale perché divorziata: dovrà sudarsi l'accettazione da parte di quest'ultima, di cui ha bisogno per amministrare oltre alla costosissima dimora anche i terreni che la famiglia possiede nella contea, di cui è quella più in vista, ma soprattutto convincere il padre recalcitrante a vendere a vendere la Grantham House, residenza dei Crowley a Londra, e trasferirsi in un appartamento per essere in grado di coprire le spese della proprietà intoccabile su nel Nord, per l'appunto Dowton Abbey. Attori consumati e ineccepibili, a cui si deve la benevole sufficienza nel giudizio finale, happy end immancabile, battute sempre più fiacche ma ancora accettabili, ma per non cadere nel ridicolo meglio fermarsi qui.  

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