mercoledì 3 luglio 2024

Shoshana

"Shoshana" di Michael Winterbottom. Con Douglas Booth, Irina Starshenbaum, Harry Melling, Aury Alby, Ian Hart, Gina Bramhill, Matthew T. Reynolds e altri. GB, Italia 2023 ★★★★

Film meritorio, perché va alle radici della Questione palestinese, che deflagra dopo la fondazione dello Stato d'Israele nel 1948, ma ha i prodromi, di cui si parla raramente, nel periodo del Mandato britannico della Palestina, durato dal 1920 al 1948, senza che Winterbottom, che pure è inglese, si schieri a priori a favore di una delle due parti, e anzi sottolineando le enormi responsabilità del suo Paese che non ha fatto altro che innescare lo stesso estremismo sionista che ancora oggi vede all'opera il governo israeliano nella vera e propria polizia etnico-religiosa nella Striscia di Gaza e nella complicità con i coloni ortodossi che si insediano abusivamente in Cisgiordania: il loro scopo è quello di creare quello che definiscono Grande Israele, espellendo gli arabi o mettendoli in condizioni di non nuocere. Il film ripercorre le vicende di Shoshana Borochov, qui interpretata in modo assai convincente dalla brava Irina Starshenbaum, giovane giornalista socialista e femminista di origine russa, giunta con la madre negli anni Venti in una Tel Aviv in fase di costruzione con l'arrivo dei primi gruppi di ebrei dall'Europa, e ruota attorno alla controversa relazione che aveva intrattenuto con Thomas Wilkin, un vice ispettore dell'antiterrorismo britannico, vista di malocchio sia dalle autorità inglesi, sia dalle organizzazioni sioniste: lo Hagana, di cui faceva parte, favorevole a una convivenza tra ebrei e arabi, e l'Irgun, votato all terrorismo a oltranza contro gli inglesi, anche dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, mentre i rivali avevano sospeso le operazioni; per non parlare della Banda Stern, disposta perfino a collaborare coi nazisti pur di combattere gli occupanti. Come in un vero e proprio film d'azione, la vicenda si sviluppa tra attentati, esecuzioni, persecusioni, perfino torture, a cui i "mandatari" britannici si abbandonavano senza troppe remore e denunciate esplicitamente da Winterbottom, in un crescendo di tensione che culminerà con l'uccisione da parte della polizia di Avraham Stern nel 1944, quando la relazione tra i due protagonisti dell'intensa storia d'amore avrà una svolta e costringerà entrambi alla difficile decisione di scegliere da quale parte stare, e  che non svelerò qui. A dispetto del titolo, non è un film biografico sulla figura Soshana Borochov, peraltro scomparsa a 92 anni nel 2004, ma un thriller politico che descrive efficacemente gli avvenimenti dagli anni Venti ai Quaranta anche attraverso i risvolti nelle relazioni personali in quel periodo storico, avvenimenti che avrebbero avuto strascichi nefasti fino al giorno d'oggi. Coproduzione anglo-italiana, il film è stato girato quasi interamente a Ostuni, rendendo in maniera credibile l'atmosfera della Tel Aviv di quei tempi, come peraltro dimostrano le numerose sequenze in bianco e nero dei filmati d'epoca. Vivamente consigliato, sia come "giallo" d'azione, sia come ripasso di storia, per gli smemorati, e istruttivo per chi non sa nulla della nascita di Israele e delle origini dell'annosa e perdurante Questione palestinese.

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