"In Darkness" di Agnieszka Holland. Con Robert Wieckiewicz, Benno Fürmann, Agnieszka Grochowska, Maria Schrader, Herbert Knaup, Marcin Bosak, Krzystof Skoneczny e altri. Germania, Polonia 2011 ★★★★
Ispirato a una storia vera e tratto dal romanzo "Nelle fogne di lvov", di Robert Marshall, il cupo e coinvolgente film della regista polacca ci riporta nel 1943, nella Leopoli occupata dai nazisti, coadiuvati dai solerti aguzzini dei corpi speciali ucraini, e alla vicenda di Leopold Socha, un personaggio realmente esistito, ispettore delle fogne della città e, all'occasione, svaligiatore di case di ricchi, comprese quelle degli ebrei rinchiuso nel ghetto, un uomo insomma esperto nell'arte di arrangiarsi e di non cadere, lui assieme alla moglie e alla figlioletta, in balia di eventi su cui non ha alcun controllo. Si ritrova a nascondere nei cunicoli sotterranei di Leopoli, in un universo oscuro, maleodorante, freddo e umido, e dopo una serie di peripezie a salvare un gruppo di undici ebrei. Essi rivedranno la luce quattordici mesi dopo essere penetrati in questo mondo sotterraneo e parallelo grazie a questo Caronte furbo, disincantato, che all'inizio è mosso esclusivamente dal proprio interesse (assicurarsi un gruzzolo per regalare una esistenza sopportabile alla sua famiglia) ma col passare del tempo, nonché l'interazione con questo gruppo di diseredati a loro volta disomogenei e tutt'altro che esente da gelosie e conflitti anche molto profondi, trova anche un senso diverso nella propria azione. La vicenda è raccontata senza edulcorazioni e l'aspetto più interessante della pellicola sta proprio nell'essere capace di descrivere in maniera estremamente credibili le differenti reazioni dei singoli di fronte di fronte a situazioni estreme; non tanto e non solo di fronte alla guerra, a qualcosa che è fuori controllo e inspiegabile secondo i metri di giudizio abituali, ma specialmente davanti a sé stessi. L'accostamento a Shindler's List viene naturale, il tema è lo stesso, ossia il comportamento di fronte all'Olocausto in corso di chi sapeva ma ne era terzo: meno spettacolare, forse, del film di Spielberg, prodotto con ben altri mezzi,"In Darkness" evita in compenso furbizie e finali consolatori holliwoodiani e risulta più autentico e profondo. Esce a ridosso della "Giornata della memoria" che cade domani, 27 gennaio e benché sia candidato agli Oscar come miglior film straniero temo che non avrà premi, nonostante l'ottima regia e la bravura di tutti gli attori, e che non rimarrà a lungo nelle sale, per cui consiglio di andare a vederlo in fretta, senza farsi scoraggiare dalla lunghezza del film: 145 minuti, e li vale tutti.
Ispirato a una storia vera e tratto dal romanzo "Nelle fogne di lvov", di Robert Marshall, il cupo e coinvolgente film della regista polacca ci riporta nel 1943, nella Leopoli occupata dai nazisti, coadiuvati dai solerti aguzzini dei corpi speciali ucraini, e alla vicenda di Leopold Socha, un personaggio realmente esistito, ispettore delle fogne della città e, all'occasione, svaligiatore di case di ricchi, comprese quelle degli ebrei rinchiuso nel ghetto, un uomo insomma esperto nell'arte di arrangiarsi e di non cadere, lui assieme alla moglie e alla figlioletta, in balia di eventi su cui non ha alcun controllo. Si ritrova a nascondere nei cunicoli sotterranei di Leopoli, in un universo oscuro, maleodorante, freddo e umido, e dopo una serie di peripezie a salvare un gruppo di undici ebrei. Essi rivedranno la luce quattordici mesi dopo essere penetrati in questo mondo sotterraneo e parallelo grazie a questo Caronte furbo, disincantato, che all'inizio è mosso esclusivamente dal proprio interesse (assicurarsi un gruzzolo per regalare una esistenza sopportabile alla sua famiglia) ma col passare del tempo, nonché l'interazione con questo gruppo di diseredati a loro volta disomogenei e tutt'altro che esente da gelosie e conflitti anche molto profondi, trova anche un senso diverso nella propria azione. La vicenda è raccontata senza edulcorazioni e l'aspetto più interessante della pellicola sta proprio nell'essere capace di descrivere in maniera estremamente credibili le differenti reazioni dei singoli di fronte di fronte a situazioni estreme; non tanto e non solo di fronte alla guerra, a qualcosa che è fuori controllo e inspiegabile secondo i metri di giudizio abituali, ma specialmente davanti a sé stessi. L'accostamento a Shindler's List viene naturale, il tema è lo stesso, ossia il comportamento di fronte all'Olocausto in corso di chi sapeva ma ne era terzo: meno spettacolare, forse, del film di Spielberg, prodotto con ben altri mezzi,"In Darkness" evita in compenso furbizie e finali consolatori holliwoodiani e risulta più autentico e profondo. Esce a ridosso della "Giornata della memoria" che cade domani, 27 gennaio e benché sia candidato agli Oscar come miglior film straniero temo che non avrà premi, nonostante l'ottima regia e la bravura di tutti gli attori, e che non rimarrà a lungo nelle sale, per cui consiglio di andare a vederlo in fretta, senza farsi scoraggiare dalla lunghezza del film: 145 minuti, e li vale tutti.
Nessun commento:
Posta un commento