"Nuevo orden" di Michel Franco. Con Naian González Norvind, Diego Boneta, Monica del Carmen, Dário Yazbek Bernal, Javier Sepúlveda, Sebastián Silveti e altri. Messico 2020 ★★★★
Il tema dello spaventosa e sempre crescente forbice tra ricchi e poveri e del relativo divario di classe (con tanto di progressivo assorbimento di quella media nella fascia più bassa, con funzione di semplice complemento o servitù di un'élite sempre più esigua) è abbastanza ricorrente nel cinema, ma pochi riescono a raccontarlo efficacemente e senza moralismi e ridicole "correttezze politiche" come gli autori latino- americani, sia perché hanno sperimentato, subendoli, per primi gli effetti del modello economico liberista-finanziario esportato dagli USA nella parte del Nuovo Continente che ritengono, e trattano, come loro cortile di casa per poi espanderlo su scala mondiale, sia perché sono meno ipocriti dei loro colleghi situati più a Nord, nel Paese dei todopoderosos a stelle e strisce. La trama è presto detta: in un periodo di forti tensioni politiche e di rivolte popolari, si tiene un matrimonio "blindato" nella lussuosa villa di Pedregal, quartiere residenziale della Zona Sud di Città di Messico, quella "bene", e un ex dipendente viene a chiedere un prestito ai suoi vecchi padroni perché la moglie per sopravvivere deve effettuare con urgenza un intervento al cuore in una clinica privata, essendo gli ospedali pubblici nel caos per via delle migliaia di feriti nelle manifestazioni di piazza: Marianna, la sposa, l'unica solidale della famiglia, a differenza della madre e del fratello che gli danno pochi spiccioli invitandolo a sparire, approfitta dell'attesa dell'arrivo del giudice incaricato di celebrare le nozze per recarsi alla clinica e pagare con la sua carta di credito: sarà la sua fortuna, per certi versi, perché non dovrà assistere all'invasione della villa da parte di un gruppo di "desperados", fatti entrare da alcuni servitori "infedeli" e arcistufi di essere trattati come pezze da piedi, che brutalizzano i presenti, accoppandone un bel po' e rubando il possibile (il regista non li dipinge certo come dei santi, anzi, visto che l'avidità è il tratto in comune che hanno contro i loro oppressori). Nel frattempo Marianna e il suo accompagnatore, altro dipendente della famiglia nonché figlio della vecchia "tata", rimangono intrappolati negli scontri di piazza dove nel frattempo i militari hanno preso il controllo assoluto introducendo di momento in momento maggiori restrizioni e controlli, e trovano rifugio nella casa di famiglia di lui, dove però la giovane verrà sequestrata da un manipolo di soldati e deportata in un magazzino che ricorda tanto le prigioni clandestine utilizzate dalla giunta argentina durane la guerra sucia degli anni Settanta che ingoiavano desaparecidos a migliaia: come in parte succedeva anche a Buenos Aires e dintorni, oltre a quelli che venivano torturati e poi lanciati nel Rio de la Plata da aerei a loro volta fantasma, una parte di essi vengono utilizzati per ricattare le famiglie abbienti e incassare riscatti che finiscono nelle mani di questi militari "deviati" dei cui crimini i superiori fanno regolarmente finta di non sapere nulla. Farà una brutta fine pure lei, dopo essere stata stuprata, mentre là fuori i superstiti della sua famiglia riprenderanno il loro andazzo facendo comunella coi nuovi padroni, un regime militare perfino peggiore di quello inetto e corrotto che c'era prima, senza dover neppure fingere di essere democratico in nome dell'emergenza. Quel che non capisco è perché la critica militonta senta il bisogno di definire questo film essenziale, incisivo, ben girato e ottimamente interpretato, come "distopico", quando racconta una realtà che, a questo mondo, è già presente (l'ultimo caso è il Myanmar, ma anche il Brasile ci sta andando assai vicino) in modo massivo e non fantascienza o frutto di una mente complottista. Perché è sempre più evidente, a chi non usa i paraocchi, che è in quella direzione che si sta andando tutti quanti, comunque schiavi di un Nuovo Ordine, facendo finta che non ci siano quelli che da anni lo teorizzano apertamente, evoluzione dei vari Hitler, Mussolini o Stalin di non troppi decenni fa con mezzi persuasivi molto più subdoli e potenti. Si può noleggiare su MyMovies e ne vale la pena.
Nessun commento:
Posta un commento