"Torna a casa, Jimi! - 10 cosa da non fare quando perdi il tuo cane a Cipro" (Smiggling Hendrix) di Marios Piperides. Con Adam Bousdoukos, Vicky Papadopoulou, Toni Dimitriou, Özgür Karadeniz, Fatih Al e altri. Cipro, 2018 ★★★
Film d'esordio del regista cipriota Piperides, affronta in forma di commedia tra il pop e l'on-the-road le conseguenze assurde di un Paese diviso in due da quarantacinque anni, di cui quella settentrionale riconosciuta dalla sola Turchia, attraverso le disavventure di Yiannis, un musicista spiantato in procinto di lasciare il Paese in seguito a svariati fallimenti, tra cui il rapporto con Kika, ex fidanzata e collega, di cui gli è rimasta solo l'incombenza di occuparsi di Jimi (Hendrix), un vivace e indisciplinato bastardino che gli sfugge passando dall'altra parte della linea verde che divide la capitale Nicosia, superando la zona cuscinetto dell'ONU. Il problema non è soltanto recuperarlo, cosa per cui Yiannis per la prima volta oltrepassa la "frontiera" (che in teoria non esiste) da quando ha dovuto lasciare la zona settentrionale della città dov'era nato, ma riportarlo indietro: perché nessun animale o vegetale, considerate le normative europee, può entrare nella Cipro greca, quindi l'unico modo per riuscirci e cercare di farlo illegalmente. Per questo, Yiannis deve affidarsi all'aiuto di Hasan, un meccanico turco che ora vive in quella che fu la sua casa natale, e Tuberk, un cialtronesco contrabbandiere (a mio parere il personaggio più azzeccato e meglio interpretato, da Özgür Karadeniz) senza scrupoli che troverà il modo di utiliizzare l'animale come veicolo dei suoi traffici. Le lancette scorrono, il volo per un nuovo futuro si avvicina, Yiannis, un pasticcione nato, viene messo sempre più sotto pressione, inseguito dalla padrona di casa per arretrati e da due pericolosi ceffi che gli hanno finanziato un disco mai inciso: insomma si accumulano disavventure e vicende sempre più improbabili ma poco importa, perché quel che all'autore interessava era fare emergere, con garbo e il sorriso sulle labbra, contraddizioni e assurdità del suo Paese, senza prendersi troppo sul serio ma lasciando trapelare le cose come stanno. In questo senso la missione è compiuta, il film è lieve e gradevole, ma riesce lo stesso a fare riflettere.
Film d'esordio del regista cipriota Piperides, affronta in forma di commedia tra il pop e l'on-the-road le conseguenze assurde di un Paese diviso in due da quarantacinque anni, di cui quella settentrionale riconosciuta dalla sola Turchia, attraverso le disavventure di Yiannis, un musicista spiantato in procinto di lasciare il Paese in seguito a svariati fallimenti, tra cui il rapporto con Kika, ex fidanzata e collega, di cui gli è rimasta solo l'incombenza di occuparsi di Jimi (Hendrix), un vivace e indisciplinato bastardino che gli sfugge passando dall'altra parte della linea verde che divide la capitale Nicosia, superando la zona cuscinetto dell'ONU. Il problema non è soltanto recuperarlo, cosa per cui Yiannis per la prima volta oltrepassa la "frontiera" (che in teoria non esiste) da quando ha dovuto lasciare la zona settentrionale della città dov'era nato, ma riportarlo indietro: perché nessun animale o vegetale, considerate le normative europee, può entrare nella Cipro greca, quindi l'unico modo per riuscirci e cercare di farlo illegalmente. Per questo, Yiannis deve affidarsi all'aiuto di Hasan, un meccanico turco che ora vive in quella che fu la sua casa natale, e Tuberk, un cialtronesco contrabbandiere (a mio parere il personaggio più azzeccato e meglio interpretato, da Özgür Karadeniz) senza scrupoli che troverà il modo di utiliizzare l'animale come veicolo dei suoi traffici. Le lancette scorrono, il volo per un nuovo futuro si avvicina, Yiannis, un pasticcione nato, viene messo sempre più sotto pressione, inseguito dalla padrona di casa per arretrati e da due pericolosi ceffi che gli hanno finanziato un disco mai inciso: insomma si accumulano disavventure e vicende sempre più improbabili ma poco importa, perché quel che all'autore interessava era fare emergere, con garbo e il sorriso sulle labbra, contraddizioni e assurdità del suo Paese, senza prendersi troppo sul serio ma lasciando trapelare le cose come stanno. In questo senso la missione è compiuta, il film è lieve e gradevole, ma riesce lo stesso a fare riflettere.
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