La Caduta dei Giganti, di Giulio Romano e Rinaldo Mantovano, Sala dei Giganti, Palazzo Tè, Mantova, può anche essere vista come raffigurazione artistica del terremoto |
Oltre 1100 scosse di varia intensità, e per il momento non in calando, solamente negli ultimi tre giorni, a partire dalla botta delle 7.40 del mattino di domenica di 6,5 gradi Richter con epicentro vicino a Norcia, in Umbria. Per fortuna senza vittime umane dirette, ma sono state distrutte zone significative di quella che è da considerarsi la spina dorsale dell'Italia, in senso fisico ma anche in quello simbolico, per ciò che rappresenta nella memoria storica di un Paese che troppo spesso la trascura. In questo disastro, è per certi versi una consolazione ricordare che, dall'anno Mille a oggi, sono state ben 4800 le distruzioni gravissime a noi note, che si collocano tra l'8° e l'11° grado della scala Mercalli la quale, a differenza di quella Richter, che misura l'ampiezza delle onde sismiche, è empirica e valuta gli effetti rovinosi di un terremoto. Ogni volta si è ricostruito, pur su un terreno fragilissimo come quello della nostra Penisola, a prescindere da quanto l'opera dell'uomo, specie quello moderno, abbia contribuito a deteriorarlo, e con esiti spesso mirabili: quelle che ricordiamo dai nostri viaggi, o dalle immagini che le ritraggono prima che crollassero, ne sono una testimonianza. Può di conforto, a questo riguardo, leggere questo interessante articolo sulla memoria dei terremoti nella storia dell'arte. C'è poco da aggiungere, e meno che mai cadere in inutili polemiche preventive, piuttosto rammentarsi di quanto già avvenuto nel passato e tenere duro. Ci vuole tanta forza e tanto coraggio a non fuggire, perché vivere nel tormento di scosse continue è un'esperienza devastante, e molta determinazione nel rimanere legati alle proprie radici, che sono quelle di tutti, anche se in tanti se le sono dimenticate.
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