"La variablie umana" di Bruno Oliviero. Con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli, Alice Raffaelli, Giorgia Senesi, Dafne Masin, Renato Sarti, Arianna Scommegna. Italia 2013 ★+
Un noir metafisico? Psicologico? Psichiatrico? Non saprei: di sicuro tremendamente lento e palloso: dura 83' ma sembrano due ore e mezzo e non si vede l'ora che arrivi la conlcusione, peraltro intuita all'incirca dopo 10'. L'ispettore Monaco (Silvio Orlando) da tre anni vive sepolto in ufficio a studiare carte, caduto in depressione dopo la morte della moglie. Il ritrovamento del cadavere dell'imprenditore Mario Ulrich, colpito da alcuni colpi di pistola e dissanguato, è il pretesto per il suo dirigente di rimetterlo in azione ma, combinazione, è la sera stessa in cui la figlia dell'ispettore, Linda (Alice Raffaelli: una patata bollita), viene portata in questura per una apparente "ragazzata": beccata a sparare contro delle bottiglie con la pistola d'ordinanza sottratta al padre. Da questo punto di vista il poliziotto e la figlia vengono "coperti" dal collega Levi (Giuseppe Battiston, una parte quasi irrilevante) e dal suo "capo", mentre per quanto riguarda Ulrich, frequentatore di discoteche dove girano coca e giovani escort (il démi monde che gravita attorno a Corso Como, per chi conosce Milano), viene inizialmente sospettata la moglie, la sempre brava e mai abbastanza utilizzata Sandra Ceccarelli, ma Monaco non ne è per niente convinto. Nemmeno quando lei confessa di avere trovato il marito ancora vivo e averlo lasciato dissanguare, probabilmente per vendicarsi di tutti i tradimenti subiti per correre dietro alle sue "Lolite" pressoché adolescenti. Naturalmente la nemesi per un poliziotto sfigato, che ha perso la moglie e non riesce ad avere un rapporto con la figlia, alquanto turbata e psicopatica di suo, è una sfiga ancora maggiore: scoprire, a dispetto della "copertura" dei colleghi, che l'assassina di Ulrich è stata la figlia, per di più con la sua pistola (come se fosse credibile che un'insicura e fragile diciottenne maneggi disinvoltamente una calibro 9 con cui non ha dimestichezza, centrando il bersaglio al primo colpo): svelo il finale, così chi mi legge si evita di andare a vedere questa immane e pretenziosa rottura di coglioni, che si prende pure sul serio. Non so cosa abbia convinto tre bravissimi attori come Orlando, Battiston e Ceccarelli ad accettare di girare questo film, e mi dispiace per loro; la giovane Raffaelli sarebbe meglio che cambiasse mestiere, ammesso che la si possa definire attrice, o frequentasse per almeno un quinquennio una buona scuola di recitazione ammesso e non concesso che la accettino. Dopo un mese di astinenza dal cinema, il primo film della nuova stagione è assai deludente. E ora arrivano quelli di Venezia... La vedo male.
Un noir metafisico? Psicologico? Psichiatrico? Non saprei: di sicuro tremendamente lento e palloso: dura 83' ma sembrano due ore e mezzo e non si vede l'ora che arrivi la conlcusione, peraltro intuita all'incirca dopo 10'. L'ispettore Monaco (Silvio Orlando) da tre anni vive sepolto in ufficio a studiare carte, caduto in depressione dopo la morte della moglie. Il ritrovamento del cadavere dell'imprenditore Mario Ulrich, colpito da alcuni colpi di pistola e dissanguato, è il pretesto per il suo dirigente di rimetterlo in azione ma, combinazione, è la sera stessa in cui la figlia dell'ispettore, Linda (Alice Raffaelli: una patata bollita), viene portata in questura per una apparente "ragazzata": beccata a sparare contro delle bottiglie con la pistola d'ordinanza sottratta al padre. Da questo punto di vista il poliziotto e la figlia vengono "coperti" dal collega Levi (Giuseppe Battiston, una parte quasi irrilevante) e dal suo "capo", mentre per quanto riguarda Ulrich, frequentatore di discoteche dove girano coca e giovani escort (il démi monde che gravita attorno a Corso Como, per chi conosce Milano), viene inizialmente sospettata la moglie, la sempre brava e mai abbastanza utilizzata Sandra Ceccarelli, ma Monaco non ne è per niente convinto. Nemmeno quando lei confessa di avere trovato il marito ancora vivo e averlo lasciato dissanguare, probabilmente per vendicarsi di tutti i tradimenti subiti per correre dietro alle sue "Lolite" pressoché adolescenti. Naturalmente la nemesi per un poliziotto sfigato, che ha perso la moglie e non riesce ad avere un rapporto con la figlia, alquanto turbata e psicopatica di suo, è una sfiga ancora maggiore: scoprire, a dispetto della "copertura" dei colleghi, che l'assassina di Ulrich è stata la figlia, per di più con la sua pistola (come se fosse credibile che un'insicura e fragile diciottenne maneggi disinvoltamente una calibro 9 con cui non ha dimestichezza, centrando il bersaglio al primo colpo): svelo il finale, così chi mi legge si evita di andare a vedere questa immane e pretenziosa rottura di coglioni, che si prende pure sul serio. Non so cosa abbia convinto tre bravissimi attori come Orlando, Battiston e Ceccarelli ad accettare di girare questo film, e mi dispiace per loro; la giovane Raffaelli sarebbe meglio che cambiasse mestiere, ammesso che la si possa definire attrice, o frequentasse per almeno un quinquennio una buona scuola di recitazione ammesso e non concesso che la accettino. Dopo un mese di astinenza dal cinema, il primo film della nuova stagione è assai deludente. E ora arrivano quelli di Venezia... La vedo male.
Nessun commento:
Posta un commento