martedì 11 gennaio 2011
Khao San Road Day & Night
BANGKOK – E’ sempre gradito un ritorno in questa megalopoli che ho trovato sorprendentemente meno caotica di come me la ricordassi: segno che è migliorato il trasporto pubblico insieme a tutto il sistema viabilistico. Bangkok è da sempre un crocevia fondamentale per chi viaggia in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico, al di là di essere tappa pressoché obbligata per chi si limita a un soggiorno balneare in Thailandia: spesso rappresenta il primo impatto con questo Continente, senza considerare che offre la possibilità di un ottimo e salutare “stop-over” per l’altrimenti interminabile volo verso l’Oceania, grazie anche all’efficienza del suo aeroporto, all’affabilità e all’ottima nonché meritata fama della sua compagnia di bandiera (la Thai, non a caso associata alla Lufthansa), agli ottimi prezzi che si riescono a spuntare sia per arrivare qui sia per i collegamenti nella regione e non ultimo per la possibilità di ottenere rapidamente i visti per i Paesi vicini per cui necessitano.Khao San Road, in quello che si può definire il centro storico cittadino, alquanto defilato rispetto a quello rutilante e modernissimo dominato da grattacieli della Bangkok moderna e plastificata, è una specie di Mecca per il viaggiatore, soprattutto per quello appartenente alla specie “zaino in spalla”, dal budget limitato ma dall’inesauribile capacità di movimento. E’ uno degli “ombelichi del mondo”, dove si trova di tutto e di tutti, senza distinzione alcuna, una babele di gente che sceglie da decenni questa via e quelle adiacenti, il cui nome si tramanda ormai da generazioni di itineranti: è qui che c’è il “movimento”; qui si arriva e da qui si parte, si torna, ci si incontra, si fissano appuntamenti, si aggregano spontaneamente gruppi a composizione variabile, secondo gli itinerari e le simpatie. Il tutto tra decine, se non centinaia, di pensioni e alberghetti che bonariamente si possono definire minimalisti (poco più che cubicoli, ma sempre più spaziosi di quelli dello stesso livello che si trovano a Singapore o Hong Kong, che spesso sono privi pure di finestre), bar (ma quelli delle puttane sono da un’altra parte, a Patpong, zona di alberghi di altro genere, base dei turisti sessuali, che da Khao San girano abbastanza al largo), agenzie di viaggio, centri di massaggi (veri), ristoranti: spesso tutte le attività citate riunite in un unico edificio. Ultimamente va di moda il massaggio ai piedi: per strada, strategicamente, sono piazzate delle comode chaise-longue con morbidi cuscini, seggiolini, tavolini con l’attrezzatura necessaria (asciugamani, oli, essenze), magari un altoparlante da cui esce una colonna sonoraNew Age, preferibilmente costituita suoni naturali uccellini che cantano nel bosci, lo scorrere di un ruscello), e un punteruolo di legno che per uno come me che non sopporta che gli si tocchino i piedi equivale a uno strumento di tortura, ma che premuto nei punti giusti pare provocare una sorta di estasi a chi si sottopone al trattamento, almeno a giudicare dalle espressioni facciali prossime al deliquio.Ho notato che sono aumentati i carretti gastronomici semoventi, soprattutto di pad thai, il piatto nazionale di noodles saltati con verdure, riso fritto, spiedini, pancake, frutta, che soprattutto la sera invadono le sedi stradali di tutto il quartiere, e poi un’infinità di negozi e bancarelle di vestiario, dalle magliette divertenti al tarocco d’autore: sembra di essere a Napoli. E poi CD e DVD contraffatti, e taroccate anche le tessere studentesche, le patenti dei Paesi più strani (ho visto anche una patente internazionale dell’UE, di cui ignoravo l’esistenza: devo informarmi se esiste oppure se se la sono inventata di sana pianta), quelle stampa: 250 Bath (poco più di 6 euro), una foto, generalità e firma e il gioco è fatto. Pare sia una specialità degli indiani. Inoltre ninnoli, sete (false), parrucche, cuscini, souvenir e oggetti di ogni genere: una festa per gli “shopaholics” e i collezionisti di puttanate e del kitsch più sfrenato. Vicino, le vie degli argentieri e degli orafi, dove invece la merce è autentica e la produzione anche di valore oltre che di ottima fattura.Ieri per la prima volta in vita mia ho pure visto il bancomat mobile, attrezzato su un furgone: giusto per non correre il rischio di rimanere a secco di contanti all’improvviso. Insomma il FurgoMat: sono cose che si vedono solo a Khao San Road. Al tramonto compaiono immancabilmente i carretti che vendono insetti fritti: cavallette, larve, coleotteri, scorpioni, per l’orrore dei neofiti, che però ne sono attratti come calamite, e la delizia dei buongustai, tra cui io, che li trovano perfetti, croccanti e salati al punto giusto, per accompagnare l’aperitivo che introduce alla serata e poi alla lunga notte di Khao San Road.
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