sabato 2 gennaio 2010

Foto, non parole - 3


Nei pressi di IghermVillaggio berbero presso TafroutTè nellMontagne alle spalle di TafroutTAFROUT -  Ieri, giornata di Capodanno, ce la si è presa comoda facendo colazione per una volta dopo le nove del mattino in un caffè sotto i portici di una delle due principali di Tata, quella dedita ai commerci. L’altra si affaccia su una graziosa piazza rettangolare fornita di aiuole fiorite. Ottime sia le brioche sia le baguette, come del resto in tutto il Marocco. Il paese ha una impronta più nettamente africana che araba, e svela le sue origini come caravanserraglio e snodo di  traffici nonché di guarnigione militare. Ci si dirige nuovamente verso Nord-Ovest sull’Antiatlante lungo la  strada verso Taraoudant, ma a un centinaio di chilometri, presso Igherm (prima foto in alto), dopo aver attraversato alcuni villaggi (seconda foto) abitati dai gentili ed orgogliosi berberi meridionali, si devia a Sud-Ovest verso Tafrout, la meta di giornata, al centro di una bellissima zona ricca di gole strettissime tra le montagne rossastre e di sorprendenti oasi e palmeti (terza immagine)e altri villaggi tipicamente berberi che abbiamo visitato, in un percorso ad anello, tra la mattinata e il pomeriggio di oggi, dedicata all’esplorazione dei dintorni. Ultima tappa, dopo essere giunti su un altipiano con una vista entusiasmante, nonché base di lancio per appassionati di parapendio giunti appositamente fin qui, un passo attorno i 1700 metri prima di tornare alla base (quarta foto). Sono sempre più rafforzato nell’impressione che raramente ho visto posto in cui i panorami sempre stupefacenti, cambino tanto repentinamente come nel Sud di questo Paese, come del resto il clima e l’atmosfera. L’impressione positiva rimane, in compenso, costante. Nei pressi di Tafrout, infine, un vero e proprio museo all'perto: quello dei "massi colorati" del pittore belga Jean Veran, che si integrano perfettamente, coi loro colori tipicamente berberi, nell'ambiente circostante (foto qui in basso).Massi dipinti da Jean Veran

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