lunedì 7 ottobre 2024

Vermiglio

"Vermiglio" di Maura Delpero. Con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Martina Scrinzi, Rachele Potrich, Anna Thaler, Roberta Rovelli, Orietta Notari, Carlotta Gamba, Sara Serraiocco, Patrick Gardener, Santiago Fondevilla e altri. Italia, Francia, Belgio 2024 ★★★1/2

Candidato per l'Italia all'Oscar come migliore film straniero, il secondo lungometraggio di Maura Delpero è un'opera solida, il cui punto forte sono un'eccellente fotografia e le interpretazioni di tutti gli attori, a cominciare dai bambini della numerosa famiglia capeggiata da Cesare (Tommaso Ragno, superlativo), maestro nel paese di Vermiglio, nel Trentino occidentale, a ridosso delle lombarde Valcamonica e Valtellina, come si evince dalla parlata dei protagonisti, ma non all'altezza del suo sorprendente Maternal, con cui aveva esordito nel 2021: l'impressione è che ci sia qualcosa di irrisolto e alcune scelte non risultano del tutto convincenti. Siamo sul finire della Seconda Guerra Mondiale, nell'inverno del 1944 (il recente Campo di battaglia di Amelio era ambientato durante gli ultimi mesi della Prima) e Pietro, un siciliano considerato un disertore dai repubblichini, riporta a casa in spalla Attilio, ferito, il figlio maggiore della famiglia di Cesare, salvandogli la vita, e viene nascosto e accudito in una stalla tra i boschi. Timido, taciturno, si fa vedere poco in giro, del resto dai più è considerato un corpo estraneo alla comunità, e da alcuni pure un "traditore". Viene difeso da Cesare che, per le sue posizioni rispetto alla guerra, ma anche per l'importanza che dà all'istruzione, ai libri, alla musica, è sicuramente un progressista, mentre lo è meno nella gestione dell'educazione delle figlie: non potendole far studiare tutte per mancanza di mezzi, punta su Flavia, la minore di quelle in età scolare, a suo (insindacabile?) giudizio la più portata. Nel frattempo la figlia maggiore, Lucia, si innamora di Pietro e la loro tenera relazione si sviluppa nella primavera ed estate successiva: la ragazza rimane incinta e i due si sposano dopo la fine del conflitto. Proprio su insistenza di Cesare, Pietro si reca in Sicilia a far visita alla famiglia che da due anni non ha più sue notizie ma non torna. Mesi dopo, quando la bimba è ormai venuta al mondo, dalla lettura di un quotidiano si verrà a sapere che era un bigamo e che è stato ucciso dalla moglie "vera". Lucia, per aiutare la famiglia, come migliaia di ragazze di allora si recherà "a servizio" in una grande città e saranno le sorelle, in particolare Ada, la "sacrificata" negli studi e che ha trovato lavoro in un orfanotrofio, a occuparsi della piccola. Il ritmo, lento, è quello della vita dei contadini di montagna e il racconto si svolge nell'arco di un intero anno. Oltre al valore assoluto della fotografia, è importante che, al tempo attuale, venga ricordato come si vivesse e quali fossero le dinamiche famigliari e tra i sessi solo qualche decennio fa: quelli della mia generazione ne hanno ancora ricordo diretto o al massimo mediato dai propri genitori o parenti più prossimi e solo di qualche anno più anziani. In questo il film ha un valore documentaristico assoluto: del resto è questo l'ambito espressivo originale Maura Delpero. A rompere il ritmo, come detto, forse anche eccessivamente lento, l'estemporaneo e abbastanza improbabile viaggio in Sicilia di Lucia in Sicilia alla ricerca, forse, della moglie "legale" di Pietro o, semplicemente della tomba su cui piangerlo. Comunque, da vedere, specie considerando il panorama alquanto penoso della produzione nazionale in quest'ultimo anno.

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