martedì 11 luglio 2023

Indiana Jones e il quadrante del destino

"Indiana Jones e il quadrante del destino" (Indiana Jones and the Dial of Destiny) di James Mangold. Con Harrison Ford, Phoebe Waller Bridge, Mads Mikkelsen, Toby Jones, Ethan Isidore, Boyd Holbrook, Antonio Banderas, John Rhys-Davies e altri. USA 2023 ★★★★

Dopo quasi un mese di duro digiuno cinematografico, nulla di meglio dell'"usato sicuro", e tale è il quinto capitolo della saga di Indiana Jones, sempre interpretato, come i precedenti, da Harrison Ford, che non perde quell'aria un po' così e la sua affabile simpatia nemmeno alla bell'età di ottant'anni suonati. E il tempo che passa, o ritorna, in avanti e indietro, con relativa nostalgia, è anche il tema di questa nuova avventura, che ha il suo prologo nel 1944 quando Indy, un Harrison Ford mirabilmente ringiovanito grazie alle magie del digitale, e il suo collega e amico Basil Shaw, riescono a sottrarre, nel corso di una rocambolesca caccia al tesoro su un treno carico di nazisti in fuga con un carico di reperti archeologici, una metà dell'anticitera, un congegno inventato nientemeno che da Archimede da Siracusa quando la città era sotto l'assedio dei romani, che permette di individuare i buchi spazio-temporali e quindi viaggiare nel tempo. Lo ritroviamo nell'agosto del 1969, a New York, alla vigilia della parata che festeggia i tre astronauti reduci dalla prima missione sulla Luna con relativo sbarco, avvenuto un mese prima, all'ultimo giorno di lezione di archeologia prima di andare in pensione, immalinconito per l'imminente divorzio dalla amata moglie, rapporto andato in crisi dopo la morte del figlio; dove viene raggiunto da Helena Shaw, una bravissima e frizzante Phoebe Waller Bridge, figlia di Basil (Toby Jones, un altro grande), morto proprio a causa della fissazione per il marchingegno di Archimede, erede delle conoscenze del padre e anche della sua fissazione, però per motivi più prosaici: fare soldi vendendo reperti archeologici in aste "esclusive" e semicladestine. Aspetto che verrà alla luce solo dopo che sarà riuscita a convincere Indy a tornare all'avventura per rintracciare l'altra metà del dispositivo: e non ci vorrà molto, perché sulle sue tracce si è messo anche il Dottor Voller (Mads Mikkelsen: dire pefrtetto nella parte è poco), lo stesso con cui si era scontrato sul treno nelle Alpi 25 anni prima, il quale si trova negli USA, peraltro protetto dalla CIA, dove aveva partecipato, sotto falso nome, al  progetto Apollo grazie alle sue esperienze come progettista delle micidiali V1 e V2. Dopo un primo scontro in mezzo alla parata e poi nei meandri della metropolitana (dove Indy è protagonista di un mirabolante inseguimento a cavallo nelle gallerie e sulle banchine) la vicenda si sposta prima a Tangeri (dove Helena tiene le sue aste e dove viene inglobato nello staff di supporto anche il suo socio, il dodicenne Teddy, provvidenziale per combattere efficacemente la banda di nazisti), poi in Grecia, dove a recuperare tra i relitti di una triremi romana l'altra metà di anticitera li aiuterà Renaldo (Antonio Banderas nelle vesti di sommozzatore), vecchia conoscenza di Indy, infine a Siracusa, dove nei meandri dell'Orecchio di Dioniso il trio dovrà rinvenire la tavoletta che Indy e Helena dovranno decodificare per attivare il diabolico apparecchio, di cui necessita anche Doktor Voller per cambiare il corso della storia: nel senso però di evitare gli errori a suo giudizio fatti da Hitler, che ha fatto di tutto per perderla. Ma non torneranno nel 1944... Non rivelo la sorpresa finale, ma posso solo consigliarvi di andare a vedere anche quest'ultimo episodio, deliziosamente rétro, sapientemente diretto, raccontato e ambientato da Mangold, che non fa rimpiangere i precedenti: divertimento e quasi due ore e mezzo di relax assicurati.

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