"Love and Mercy" di Bill Pohland. Con John Cusack, Paul Dano, Elizabeth Banks, Paul Giamatti, Jake Abel e altri. USA 2014 ★★★½
Buon film biografico che ricostruisce le sventurate vicende di un autentico genio della musica, Brian Wilson, fondatore e cervello dei Beach Boys, gruppo californiano a dimensione e conduzione famigliare che aveva a lungo rivaleggiato in fama con i Beatles e li aveva per certi versi anticipati, autore di tutti i loro pezzi più famosi, sperimentatore e innovatore riconosciuto da tutti gli specialisti del settore. Una personalità sensibile, complessa, vittima fin da piccolo di un dispotico e manesco padre-manager, sua vittima preferita proprio perché il più talentuoso dei fratelli Wilson e quello che più di tutti era lontano dalla dimensione surfistica e commerciale della band, tanto che presto si tolse dalle scene (saliva malvolentieri sul palco) per dedicarsi alla composizione e al lavoro di studio, in cui era uno dei maestri insuperabili (uno a cui perfino un mito come Phil Spector gli faceva una sega). Il film ne racconta la storia sdoppiandola e facendo interpretare il personaggio da due attori diversi: Paul Dano per il Brian giovane, in un rapporto di eterno conflitto e dipendenza nei confronti del padre, e John Cusack per il Brian maturo, caduto nelle mani di uno psicoterapeuta, il dottor Landy, a ben vedere un'altra figura paterna, che prima lo ha aiutato a uscire da un periodo di profonda depressione e di dipendenza da droga in cui si era completamente isolato, relegandosi a letto e ingozzandosi a dismisura, e poi lo aveva letteralmente plagiato dopo una diagnosi erronea di schizofrenia paranoide. Che l'artista fosse ormai completamente succube di Landy, il quale lo imbottiva di quantitativi industriali di psicofarmaci micidiali, se ne accorse a metà degli anni Ottanta Melinda Ledbetter, ex modella e all'epoca venditrice di automobili, quando Brian riuscì per un attimo a eludere la sorveglianza del suo "tutore" entrando nel suo salone per acquistare una Cadillac e dopo aver cominciato a frequentarlo: fu lei, assieme a Gloria, la governante messicana del musicista, a mettere all'erta gli altri componenti della band e suoi parenti nonché l'ex moglie e le due figlie, che Brian non vedeva da anni: in seguito, dopo averlo recuperato a un'esistenza normale sottraendolo alle grinfie di Landy (un Paul Giamatti che rasenta la repellenza) diventò sua manager e moglie, e lo è tuttora. Curiosamente, il più vecchio e disastrato dei tre fratelli Wilson, che formavano il nucleo della band, è anche l'unico sopravvissuto ed è ancora in attività. Ben interpretato e sceneggiato, il film ha il merito di far conoscere la storia poco nota di un personaggio fondamentale nella musica contemporanea, e si chiude con un omaggio a Brian Wilson che interpreta al pianoforte il suo pezzo che dà il titolo alla pellicola: "Love and Mercy", ossia amore e misericordia.
Buon film biografico che ricostruisce le sventurate vicende di un autentico genio della musica, Brian Wilson, fondatore e cervello dei Beach Boys, gruppo californiano a dimensione e conduzione famigliare che aveva a lungo rivaleggiato in fama con i Beatles e li aveva per certi versi anticipati, autore di tutti i loro pezzi più famosi, sperimentatore e innovatore riconosciuto da tutti gli specialisti del settore. Una personalità sensibile, complessa, vittima fin da piccolo di un dispotico e manesco padre-manager, sua vittima preferita proprio perché il più talentuoso dei fratelli Wilson e quello che più di tutti era lontano dalla dimensione surfistica e commerciale della band, tanto che presto si tolse dalle scene (saliva malvolentieri sul palco) per dedicarsi alla composizione e al lavoro di studio, in cui era uno dei maestri insuperabili (uno a cui perfino un mito come Phil Spector gli faceva una sega). Il film ne racconta la storia sdoppiandola e facendo interpretare il personaggio da due attori diversi: Paul Dano per il Brian giovane, in un rapporto di eterno conflitto e dipendenza nei confronti del padre, e John Cusack per il Brian maturo, caduto nelle mani di uno psicoterapeuta, il dottor Landy, a ben vedere un'altra figura paterna, che prima lo ha aiutato a uscire da un periodo di profonda depressione e di dipendenza da droga in cui si era completamente isolato, relegandosi a letto e ingozzandosi a dismisura, e poi lo aveva letteralmente plagiato dopo una diagnosi erronea di schizofrenia paranoide. Che l'artista fosse ormai completamente succube di Landy, il quale lo imbottiva di quantitativi industriali di psicofarmaci micidiali, se ne accorse a metà degli anni Ottanta Melinda Ledbetter, ex modella e all'epoca venditrice di automobili, quando Brian riuscì per un attimo a eludere la sorveglianza del suo "tutore" entrando nel suo salone per acquistare una Cadillac e dopo aver cominciato a frequentarlo: fu lei, assieme a Gloria, la governante messicana del musicista, a mettere all'erta gli altri componenti della band e suoi parenti nonché l'ex moglie e le due figlie, che Brian non vedeva da anni: in seguito, dopo averlo recuperato a un'esistenza normale sottraendolo alle grinfie di Landy (un Paul Giamatti che rasenta la repellenza) diventò sua manager e moglie, e lo è tuttora. Curiosamente, il più vecchio e disastrato dei tre fratelli Wilson, che formavano il nucleo della band, è anche l'unico sopravvissuto ed è ancora in attività. Ben interpretato e sceneggiato, il film ha il merito di far conoscere la storia poco nota di un personaggio fondamentale nella musica contemporanea, e si chiude con un omaggio a Brian Wilson che interpreta al pianoforte il suo pezzo che dà il titolo alla pellicola: "Love and Mercy", ossia amore e misericordia.
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