martedì 13 agosto 2019

Los Inmortales


A commento del risultato delle Primarie "aperte simultanee e obbligatorie" (PASO) tenutesi in Argentina domenica 11 per designare le formule di candidati alla presidenza e vicepresidenza alle elezioni che si terranno a fine ottobre, e che hanno visto i peronisti, vicini al 50%, infliggere una legnata micidiale all'attuale presidente Mauricio Macri, un mio amico che ha frequentato per parecchio tempo il Paese (e che per contrappasso ultimamente si rifugia appena possibile in Siberia) commenta che "quando pensiamo che in Italia vada tutto male e che abbiamo toccato il fondo, a farci sentire meglio c'è sempre l'Argentina", col corollario del puntuale crollo della borsa e del calo del peso di un altro 26% sul dollaro: immediate reazioni dei mercati alla prospettiva di un ritorno al potere dell'eterno peronismo, aggiornato al nuovo millennio in versione kirchnerista. Definirlo populismo di sinistra è quantomeno fuorviante trattandosi di una riedizione di un cancro nazionale come da noi il fascismo endemico: Mai morti: del resto ho sempre sottolineato la sconcertante somiglianza dei due Paesi: stessa razza, stessa faccia, viene da pensare. Candidato favorito alla presidenza sarà dunque Alberto Fernández, un immarcescibile camaleonte della politica, già capo di gabinetto dell'ex presidente Nestor Kirchner e che avrà come vice la vedova consorte ed ex presidenta, per due mandati, Cristina Fernández de Kirchner, ossia la vera vincitrice di queste primarie-farsa, che non si è candidata alla presidenza in prima persona perché quest'ultima carica non prevede l'immunità (mentre quella di vice e senatrice sì) per la pletora di vicende giudiziarie di cui lei e la sua famiglia sono al centro (corruzione, arricchimenti illeciti e quant'altro). Non che sia più di tanto dispiaciuto della disfatta di Macri: il suo PRO (che ha vinto solo dove sopravvive una parvenza di classe media: la città autonoma di Buenos Aires e Córdoba e dintorni), alleato con quanto resta del  fu glorioso radicalismo, è un partito liberista, di centrodestra e filo-americano che ha molte somiglianze con Forza Italia: del resto Mauricio, che ha sempre detto di ispirarsi a Silvio Berlusconi, è un Pierpirla un po' più intelligente del figlio di quest'ultimo e a sua volta rampollo di cotanto padre, Franco, un grosso imprenditore edile di origine calabrese con attività economiche a tutto campo; la tragedia è che il peronismo kirchnerista è ancora peggio, e non si vedono alternative: il terzo incomodo era l'economista ed ex ministro Roberto Lavagna, sostanzialmente un altro peronista per quanto "illuminato" (si fa per dire), mentre la sinistra vera e propria (ma parolaia quanto quella nostrana) fa festa per potersi presentare alle presidenziali d'autunno su una base di consensi del 2,87%, tanta roba! Faccio notare che alle PASO, elezioni pletoriche per confermare dei candidati già scelti, ha partecipato con entusiasmo degno di miglior causa oltre il 75% dell'elettorato. In sostanza, come in Italia, non c'è la possibilità di una scelta decente (ammesso e non concesso che votare abbia un senso se non contro). E, ricordando all'amico di cui sopra che "il peggio deve ancora venire" e non si è mai finito di scavare nella fossa, rituffiamoci allegramente nel letamaio nazionale.

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