sabato 20 ottobre 2018

L'apparizione

"L'apparizione" (L'apparition) di Xavier Giannoli. Con Vincent Lindon, Galatéa Bellugi, Patrick d'Assumção, Anatole Taubman, Elina Löwenson e altri. Francia 2018. ★★+
Mission Impossible: filotto fallito. Dei tre film francesi che, in mancanza di meglio, ho visto di fila nell'ultima settimana cinematografica, quello da cui mi aspettavo di più si è rivelato, puntualmente, il più deludente: forse perché, affrontando un tema inconsueto quanto stimolante come il "mistero della fede" ci ha messo dentro troppa roba, dalla filosofia ai simboli, alle analogie, ai riferimenti più o meno comprensibili, alle citazioni, appesantendo oltremodo il racconto, disperdendosi e terminando con un pasticcio incomprensibile. Forse voluto, perché il mistero della fede è tale proprio perché senza spiegazione razionale, ma è chiedere troppo allo spettatore di un film non fargli capire il motivo per cui la protagonista abbia deciso di elaborare un'impostura tanto da finire per crederci e viverla così intensamente da morirne. Anna è una giovane orfana cresciuta in case-famiglia e divenuta novizia, che afferma di aver visto in più occasioni la Madonna nelle vicinanze di un villaggio dell'Alta Savoia, e viene creduta sia parroco del paese, suo confessore, sia da una massa sempre crescente di pellegrini che hanno causato la trasformazione di tutta la comunità in una Disneyland della creduloneria, con il relativo colossale giro di interessi che ben si conosce tra Medjugorje, Lourdes, Fatima, Loreto e Santuario di Padre Pio; chi ha dei seri dubbi sono gli alti papaveri del Vaticano, che vivono nel terrore di venire ridicolizzati da agnostici, atei e razionalisti, e incaricano un professionista dell'informazione, Jacques Mayano, reporter di guerra apprezzato per la sua obiettività, peraltro reduce dal lutto per l'assassinio del fotografo, suo amico e più stretto collaboratore, il quale accetta di far parte della commissione di inchiesta per appurare la veridicità delle affermazioni di Anna e scoprire l'eventuale manipolazione. Compito che il giornalista svolge coscienziosamente, incuriosito dai meccanismi di un mondo come quello religioso che gli è completamente estraneo. Nulla da dire sulla bravura degli interpreti, che rendono credibili tutti i personaggi e non soltanto i due principali, ed è apprezzabile l'atteggiamento del regista che non si mette in posizione di giudicare, così come Mayano si rende conto dell'impossibilità di giungere alla verità ottenendo tutte le risposte del caso; ma non sono stato in grado di capire cosa spingesse Angela e immolarsi in nome dell'amicizia con la misteriosa Meriem, sua compagna di orfanaggio coinvolta in un misterioso omicidio e con cui è rimasta in contatto epistolare dopo la sua sparizione, cosa che Anna fa sapere a Mayano, e che quest'ultimo rintraccia da qualche parte in Medio Oriente madre di un bimbo e al contempo attiva in una ONG. O meglio, siccome mi ritengo ancora in grado di intendere, probabilmente non lo è il regista di spiegarsi e di rendere plausibile l'introduzione di quest'ultima variante, e più che di un buco nella sceneggiatura credo si tratti di confusione mentale dopo aver messo troppa carne al fuoco e avere ecceduto nell'onanismo mentale. Il risultato è un pippone che, nonostante le buone intenzioni e un tema valido, risulta sconclusionato, zeppo di divagazioni che non c'entrano col tema e alquanto velleitario. 

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