sabato 8 settembre 2018

Pelio, tra Argonauti e Centauri


Avevo già scritto in altra, simile, situazione che sono assolutamente contrario a regalare perle ai porci, ossia a rivelare al vasto pubblico l’ubicazione dei “luoghi del cuore”, si tratti di località, osterie “giuste”, ricette gastronomiche o altro che possa essere corrotto dalla pubblicità e da chi se la beve, ma anche i motivi per cui faccio un’eccezione in questo blog, ossia il fatto di essere seguito da pochi ma buoni lettori, che farebbero un uso appropriato delle mie indicazioni oltre che meritarsele per la loro fedeltà. La perla di quest’anno è la Penisola del Pelio, meta suggeritami da mio cugino Ado, a sua volta su indicazione di conoscenti greci, che vi era stato in vacanza l’estate scorsa, rimanendone entusiasta. Già non aveva avuto grossi problemi a reperire un alloggio in pieno agosto, né si era trovato sommerso da orde di turisti: sia le spiagge, di tutti i tipi e formati, sia gli incantevoli paesi abbarbicati sugli 



scoscesi pendii dell’interno e con la case affacciate vista mare con “effetto Positano”, sono frequentati prevalentemente da gente del posto, per lo più abitanti nella capitale della Magnesia, Volos, che si affaccia sul golfo Pegasitico ed è la porta d’ingresso alle isole Sporadi: è lì che si concentra il turistame di massa, specie anglosassone (è di questo giorni l’uscita del sequel di Mamma Mia, ambientato per l’appunto nell’arcipelago), mentre i locali prediligono, per l’appunto, il Pelio, regione che prende il nome dall’omonimo monte, 1610 metri, alle spalle della città, in inverno anche meta sciistica. A Sud, si estende la penisola, montuosa anch’essa ma decrescente che, a forma di uncino, a Ovest delimita il golfo, proteggendolo, e a Est guarda verso l’Egeo, l’arcipelago e l’Asia Minore. Mentre dal ben protetto di Volos, 




e precisamente dal sito di Iolco, secondo la mitologia greca, partì la missione degli argonauti, comandati da Giasone, alla ricerca del Vello d’Oro fino alla Colchide (corrispondente all’attuale Georgia), sulle Sud Orientali del Ponto (il Mar Nero), nella Penisola del Pelio vivevano i Centauri, il più famoso dei quali, Chirone, era stato maestro di Achille (anche lui originario di questa terra: il Pelide, figlio di Peleo) e amico dei dioscuri Castore e Polluce. Originario di queste zone anche Asclepio, dio della medicina (suo il bastone con il serpente attorcigliato, in Italia simbolo dei farmacisti): allora come oggi, tra queste montagne si sarebbero trovate tutte le erbe necessarie per gli infusi curativi, compreso il tè. Tanta roba, insomma. 




E che sia un luogo caro agli dei lo conferma già dal primo impatto, sia visivo, sia olfattivo: sì, perché il profumo di mele (quelle di Zagorá erano ritenute le migliori della Grecia: inoltre, fino al 1850, prima che la ruggine delle piante distruggesse i gelsi e così l’industria della seta, da qui questo prezioso tessuto veniva esportato in tutta Europa) e quello di uva ricorda, specie in questo ultimo scorcio d’estate, quello che delle Valli Venosta o Passiria, però con vista mare! E poi i fichi, le ciliegie, altro frutto per cui la Penisola del Pelio è famosa, le castagne, una marea di ulivi che danno un olio eccellente e rinomato. Antichi e deliziosi borghi agresti all’interno dove la popolazione della più agevole costa occidentale si era rifugiata per sfuggire alle incursioni dei turchi, che infatti non riuscirono mai a sottomettere la parte centrale e orientale; verso il mare, spiagge magnifiche: meno facilmente accessibili, specie incastonate come perle tra le scogliere quelle nella parte orientale, verso il mare aperto, più comode, dai fondali sabbiosi e più bassi quelle che danno sulla parte interna del Golfo Pegastico. Forse il posto che riassume meglio i due aspetti, marittimo e montano, del Pelio




è Plataniá, sulla costa meridionale e proprio di fronte a Skiathos, il porto naturale più importante del Pelio, usato come base nell’antichità dai persiani, con due splendide spiagge, Tethis quella cittadina e l’enorme Mikro, raggiungibile con un battello o una passeggiata di un quarto d’ora a piedi, a Ovest e, alle spalle, a 5 chilometri il borgo di Primeri e a 10 quello fantastico, per la vista e per la sua 




splendida piazza, ombreggiata da magnifici alberi secolari, Lafkos. Parecchi i chilometri per arrivare in questo paradiso (ma si può giungere in aereo fino a Volos e noleggiare un' automobile), ma poi si spende meno che in Italia, si sta in pace, specie in giugno e settembre, si mangia e beve bene e si vive meglio. Buon Otto Settembre a tutti!

1 commento:

  1. vergognati, noi sudare e tu a spasso, bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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