mercoledì 6 giugno 2018

Abracadabra

"Abracadabra" di Pablo Berger. Con Maribel Verdú, Antonio de la Torre, José Mota, Josep María Pou, Priscilla Delgado, Quim Gutierrez e altri. Spagna 2017 ★★★½
Film decisamente sui generis, o meglio che non appartiene ad alcun genere, spaziando dalla commedia nera al grottesco, allo horror, al surreale, con un buon tasso di demenzialità, a tratti esilarante e dove non mancano citazioni da cinema colto: sapevo che potevo fare affidamento sulle verve e sul gusto del tutto iberici del regista che hanno fatto da garanzia per un'ora e mezzo di vero divertimento, pur non assurgendo alle vette assolute di Storie pazzesche, ma comunque con esiti degni di nota. La briosa e simpatica Carmen (Maribel Verdú), sposa amorevole e la vispa figlia adolescente hanno a che fare con Carlos (Antonio de la Torre), un marito discompiacente, maschilista, anaffettivo, un grezzone fanatico del Real Madrid che sta in panciolle a farsi servire e che, al culmine di una terrificante festa di matrimonio in cui ha fatto fare solo figuracce alle due donne di famiglia, raggiunge il culmine  prestandosi come volontario per sottoporsi a ipnosi da parte di Pepe, aspirante mago, cugino di Maribel e segretamente innamorato di lei, col solo fine di sputtanarlo. Cosa che gli riesce, peccato che venga man mano posseduto dallo spirito di Tito, un personaggio assurto agli onori della cronaca nei "favolosi" anni Ottanta, che in particolare in Spagna hanno significato Movida nonché il tentativo di rimuovere quarant'anni di tenebre, perché protagonista di un atroce fatto di sangue. Già dal giorno successivo Carlos comincia a comportarsi in maniera del tutto inconsueta per i suoi standard: fa i complimenti alla moglie per il pranzo, sparecchia la tavola, indossa il grembiule e dopo aver lavato i piatti riordina cucina e camere, si interessa perfino a cosa sta facendo la figlia a scuola e si presta addirittura ad aiutarla dimostrando capacità matematiche di cui nessuno sospettava, e da lì in poi, oltre a essere ossessionato dalla visione di uno scimpanzé malefico che lo accompagna ovunque, percepisce che il suo corpo viene man mano abitato da Tito, che a sua volta era schizofrenico con seri problemi edipici (vedi Psycho), alternando una vita da bravo ragazzo studioso con quella da psicopatico violento e suicida: di fatto, la personalità di Carlos diventa triplice. A Carmen non rimane che provare con la magìa, rivolgendosi al cugino Pepe perché convinca il suo maestro, il celebre dottor Fumetti, un riverito cialtrone di dimensioni macroscopiche a intervenire... Ovviamente non aggiungo altro se non augurare buon divertimento a coloro i quali, avendo come me una certa propensione allo sbracamento e gusti eccentrici sapranno certamente apprezzare. 

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