venerdì 29 settembre 2017

L'intrusa

"L'intrusa" di Leonardo Di Costanzo. Con Raffaella Giordano, Valentina Vannino, Anna Patierno, Martina Abbate, Marcello Fonte e altri. Italia, Svizzera, Francia 2017 ★★★★+
Altro film notevolissimo, applaudito alla Quinzaine di Cannes nella primavera di quest'anno, che conferma, se ce ne fosse bisogno, le grandi qualità di Leonardo Di Costanzo, qui al secondo lungometraggio dopo l'ottimo L'intervallo. Anche in questo caso il regista ischitano affronta il tema di una realtà che ben conosce, quella dell'area metropolitana di Napoli, infestata dalla Camorra, ossia O' Sistema e lo fa, come del resto un altro collega napoletano, Vincenzo Marra in L'equilibrio, da un punto di vista particolare, ben lontano per modalità di racconto e sostanza dal genere "Romanzo Criminale" di Gomorra (film e serie), dalla sua ambigua spettacolarità e tutto sommato mitizzazione dei personaggi. Qui l'argomento è l'intrusione, in una comunità nata per togliere i bambini dalla strada e soprattutto dalla mefitica influenza della camorra, non solo di un'estranea, ma di una sorta di serpe in seno: la moglie del boss locale, che ha ricevuto rifugio per sé e i due figli, uno dei quali neonato, nascondendo il marito, accusato dell'omicidio di un operaio vittima di uno scambio di persona, che viene arrestato all'interno della struttura. Giovanna, magnificamente interpretata da Raffaella Giordano (danzatrice e coreografa nella realtà: tutti gli altri interpreti sono rigorosamente non professionisti ma altrettanto bravi), è una donna del Nord che all'assistenza ai bisognosi e agli emarginati ha dedicato l'intera esistenza e che ha organizzato un ricreatorio, "La masseria", dove le madri del quartiere, che tenta di sottrarsi alla morsa della camorra, portano i loro figli dopo la scuola, e i contrasti nascono proprio dall'arrivo di Maria, l'intrusa, la donna del capobastone locale, che ha ottenuto ospitalità con l'inganno e in uso un locale di proprietà dell'associazione. Maria ha anche una figlia, Rita, compagna di scuola degli altri ragazzini alle vicine elementari, e vissuta anche lei come una minaccia: di fronte ai genitori che ritirano man mano i figli dal centro (l'uomo ucciso per sbaglio dal boss era uno stimato lavoratore del quartiere; una bimba, dopo le minacce ricevute dai suoi parenti, è rimasta letteralmente ammutolita) la convinzione ferrea di Giovanna che chiunque abbia diritto a una seconda possibilità e alla solidarietà va in crisi. La domanda di fondo che ci si pone è se abbia un senso e sia giusta un'accoglienza indiscriminata, oltre a quella altrettanto d'obbligo se le colpe dei genitori debbano comunque ricadere sui figli e come fare per evitarlo. Domanda che rimane aperta alla riflessione dello spettatore, a cui viene anche descritto, cosa non comune, il mondo assai poco esplorato del volontariato, con la sua grande generosità ma anche con il suo dogmatismo, le sue petizioni di principio e il suo modo di praticare la discriminazione all'incontrario, imponendo il proprio punto di vista ideologico a una realtà spesso del tutto estranea. Tutti argomenti seri e questioni su cui riflettere, condensati in 90' stringenti, di un rigore e una chiarezza esemplari. 

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