lunedì 3 aprile 2017

Il viaggio (The Journey)

"Il viaggio (The Journey)" di Nick Hamm. Con Timothy Spall, Colm Meaney, Toby Stephens, Freddie Highmore, John Hurt, Ian Battie, Catherine Mc Cormack e altri. Gran Bretagna 2016 ★★★★
Semplice nei concetti, efficace e gradevole nella forma, realizzato con intelligenza, humour e credibilità, "The Journey" racconta ciò che si immagina sia avvenuto durante il viaggio in automobile che li portava da Saint Andrews, in Scozia, dove nel 2006 si svolgevamo le trattative per porre fine alla guerra civile nell'Irlanda del Nord col patrocinio di Tony Blair, e l'aeroporto di Edimburgo tra l'81 enne reverendo Ian Paisley, leader del Partito Unionista democratico e il più giovane Martin McGuinness, del Sinn Féin, braccio politico dell'IRA: un viaggio davvero avvenuto e durante il quale i due nemici giurati posero le premesse per un accordo che li portò, l'anno successivo, a dare vita a un governo di cui il primo era il capo e il secondo il suo vice dopo trent'anni di conflitto feroce, accordo che dura tutt'ora. Da sempre su fronti opposti, erano cane a gatto anche per indole, ma avevano due cose in comune: l'essere entrambi irlandesi e indisponibili al compromesso, e proprio il fatto di riconoscersi, anche se come nemici, fu il terreno su cui si sviluppò il loro  rapporto che divenne, anche nella realtà, perfino di stima e amicizia reciproca. Diversi sono stati i film che hanno affrontato il tragico periodo dei troubles, in forma drammatica, spesso con aspetti documentaristici, ma questo è il primo che lo fa in quella di commedia, invero molto british, pur con un sottofondo storico veritiero, concentrandosi sull'interazione tra i due avversari in uno spazio claustrofobico come quello di un'automobile e per mezzo di un duello verbale tra due politici di razza dalla personalità particolarmente spiccata: per renderlo al meglio, il regista ha avuto il merito di scegliere due attori della miglior tradizione teatrale inglese come Spall e Meaney e avvalersi della brillante sceneggiatura di Colin Bateman, e già questo è un titolo di merito. Ancor di più se il risultato è una pellicola che, senza avere velleità autoriali ma di mero intrattenimento, riesce nel suo intento con intelligenza, affrontando  un argomento serio e rendendo noto un episodio di cui pochi sono al corrente. Si esce dalla sala soddisfatti e col cuore più leggero anche per il messaggio: il dialogo, la conoscenza reciproca e il confronto alla pari sono sempre la maniera più intelligente e produttiva per cercare di risolvere anche i conflitti più aspri. 

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