mercoledì 19 ottobre 2016

Alla cena dei lecchini



Sulla Cena di Stato (l'ultima della sua presidenza) offerta da Barack Obama e signora al nostro capo del governo nonché all'élite scelta dallo Statista di Rignano a rappresentare il Paese più supinamente vassallo degli USA, c'è poco da aggiungere, considerando la fama universale del servilismo, dell'esterofilia (in tutti i sensi) e del provincialismo italiani, ma colgo l'occasione per sottolineare, anche visivamente, gli effetti dell'americanizzazione di seconda, o forse terza generazione. Quello che vedete nell'immagine è Mario Batali, lo chef scelto su raccomandazione di Michelle Obama (la stessa che, in visita all'Expo milanese l'anno scorso, ci propinò le ricette "ecologiche" per cucinare la pasta: nella pentola a pressione) per l'occasione, nato a Seattle da un italoamericano e da una franco-canadese, erede, quindi, di due tra le migliori tradizioni gastronomiche al mondo nonché dell'eleganza. Affinatosi in Italia, non metto in discussione le sue capacità (benché ne dubiti) e meno che mai la professionalità, però anche se l'abito non fa il monaco, come si suol dire, nel mondo dell'immagine il come ci si presenta e si appare ha una certa importanza. Lui si è ridotto così. Vogliamo farlo anche noi?

Nessun commento:

Posta un commento