domenica 25 ottobre 2015

Dottore del buco del cul


Sono consapevole che mi attirerò gli strali dei sostenitori del "dottor" Valentino Rossi, ma ho goduto come un riccio quando ho sentito al GR di stamattina che il pilota italiano della Yamaha, protagonista di una gigantesca figura di merda sulla pista di Sepang, in Malesia, dove ha fatto cadere il collega (ed ex allievo e pupillo) Marc Márquez, secondo alcuni addirittura "scalciandolo", giocandosi così probabilmente ogni possibilità di aggiudicarsi il decimo titolo mondiale della sua carriera perché, per punizione, al prossimo e decisivo Gran Premio di Valencia sarà costretto a partire dall'ultima fila. Confermando, come ho sempre pensato, di essere una carognetta e non un vero sportivo, ha già detto che non sa ancora se vi prenderà parte. E gli è andata ancora bene, perché si sarebbe meritato una penalizzazione in punti se non l'esclusione dalla classifica. Ora: non mi interessano le "tecnicalie"né stabilire se sia o meno caduto in una provocazione da parte di un connazionale di Jorge Lorenzo, che dopo la reazione isterica di Rossi, finora in testa al Mondiale, ha ora un distacco di soli quattro punti e una gara casalinga a disposizione, perché sono affari suoi, così come lo erano di Zidane nella finale dei Mondiali di calcio di Germania nel 2006 quando si fece buttare fuori per una plateale testata a Materazzi: nello sport esistono delle regole e vanno rispettate, e questo vale a maggior ragione per i campioni o supposti tali. Nel caso di Rossi, l'aggravante è che, trattandosi di gare che si corrono a 300 km/h, ha messo in pericolo la vita di un avversario. Ma ho goduto ancora di più perché non l'ho mai sopportato, e ancor meno la stampa faziosa e leccaculo che l'ha incensato sempre e comunque erigendolo a idolo nazionale, assecondandolo in quel giocare al ruolo dell'eterno ragazzino sbarazzino, furbetto e gran simpatico, e questo a prescindere dalle sue acrobazie fiscali che già me lo rendono odioso: peccato che sia interista. Passi quando era un ragazzino, ma uno che si comporta e si esprime come lui a 36 anni suonati o "ci fa", o "ci è", e in tal caso rientra, come ho sempre sospettato, nella cerchia dei cretini di talento. Ché questo di sicuro non gli manca, e non mi sogno di negarlo perché i risultati parlano da soli. E' in buona compagnia: anche Giovanni Allevi, il pianista, ha un modo di fare che me lo ricorda e appartiene a questa tipologia. Sempre in ambito sportivo, Mario Balotelli, talento a corrente alternata, come Valentino Rossi è pure discretamente stronzo: niente comunque rispetto a un sommo precursore come Alberto Tomba. Poi ci sono i cretini senza talento, e sono legioni: il caso esemplare è Lorenzo Cherubini detto Jovanotti; e gli stronzi, cretini e pure ladri di cui pullulano il Parlamento nazionale e i consigli degli enti locali, per non parlare di quelli che governano il Paese, che sono fuori concorso e fanno categoria a sé, e di quelli che li votano, il che spiega a sufficienza lo stato delle cose. 

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