lunedì 13 gennaio 2014

Addio Italo, cuore Toro!

Italo Furlan, Pordenone, 9 agosto 1933 - Padova, 9 gennaio 2014
Non è un granché, non è nemmeno una foto ma un fermo-immagine da un video, però è così che poche ore fa ho visto per l'ultima volta, come se fosse ancora vivo, mio cugino Italo, nella sala del commiato del cimitero di Padova, dove si è svolta la breve, intima e intensa cerimonia di addio alla presenza di una strettissima cerchia di famigliari e amici. E sentito pronunciare le poche, essenziali parole che ebbe a rispondere, qualche anno fa, a una domanda sul significato dell'esistenza. "Perché vivo? Per amare l'Arte, la Vita, i Giovani. Tutto qui." Che ne rendono perfettamente il senso.
Primogenito della sorella forse più legata a mio padre, per me è stato una via di mezzo tra un fratello maggiore e un padre, soprattutto durante gli anni della mia infanzia e adolescenza, quando convivemmo per lunghi periodi nella stessa casa a Milano. E' grazie a lui, da sempre tifosissimo del Torino, autentico cuore granata, che sono diventato nerazzurro ma soprattutto ho imparato ad amare il calcio e a viverlo con ironia; ma anche l'arte, la letteratura, la musica, il cibo e il vino, gli animali: con essi instaurava un rapporto magnetico; gli scacchi, le automobili, i viaggi, gli angoli nascosti... A prendere le cose sul serio ma anche a saperci scherzare sopra. Autorevole e compagnone, severo ma generoso, brusco ma gentile, rigoroso e al contempo leggero, burbero ma sensibile, era una persona eclettica, curiosa di tutto, perennemente in movimento e però mai superficiale; aveva delle antenne particolari per percepire cosa si muoveva nell'animo delle persone con cui interagiva: tra di noi si erano verificati, nel corso degli anni, autentici episodi di telepatia, non frequenti ma sempre significativi: sempre necessari. Anche il mio "ritorno alla base", in Friuli, per partecipare a un'altra delle sue innumerevoli iniziative, la Fondazione Ado Furlan, lo devo a lui. 
Potrei aggiungere un intero libro di ricordi e aneddoti, come ne avrebbero montagne da raccontare tutte le persone che lo hanno conosciuto e saputo apprezzare e a cui, tutte, ha lasciato un ottimo ricordo. 
Lasci un grande vuoto, Italo, ma anche un grande pieno, perché a tutti hai dato tanto, senza risparmiarti. 
Grazie di tutto, soprattutto di esserci stato. E di essere stato vivo, come volevi tu.
Con questa poesia di Vinicius de Morães ha voluto ricordarlo la sua compagna, Helga:

Poema di Natale


Per questo fummo creati:
Per ricordare ed essere ricordati
Per piangere e fare piangere
Per seppellire i nostri morti -
Per questo abbiamo braccia lunghe per gli addii
Mani per cogliere quel che ci è stato dato
Dita per scavare la terra.
Così sarà la nostra vita:
Una sera sempre ad aspettare
Una stella che si spenga nelle tenebre
Un cammino fra due tumuli
Per questo dobbiamo vegliare
Parlare a bassa voce, camminare piano, osservare
La notte che dorme in silenzio.
Non c’è molto da dire:
Una canzone su una culla
Un verso, a volte, d’amore
Una preghiera per chi se ne va -
Ma quell’ora non dimentica
E ad essa i nostri cuori
Si abbandonano, gravi e semplici
Perché per questo fummo creati:
Per la speranza in un miracolo
Per la partecipazione della poesia
Per guardare in faccia la morte -
Di colpo non più aspetteremo…
Oggi la notte è giovane; dalla morte, appena
Siamo nati, immensamente.
(traduzione: Federico Guerrini)
Poema de Natal
Para isso fomos feitos:
Para lembrar e ser lembrados
Para chorar e fazer chorar
Para enterrar os nossos mortos -
Por isso temos braços longos para os adeuses
Mãos para colher o que foi dado
Dedos para cavar a terra.
Assim será a nossa vida:
Uma tarde sempre a esquecer
Uma estrela a se apagar na treva
Um caminho entre dois túmulos -
Por isso precisamos velar
Falar baixo, pisar leve, ver
A noite dormir em silêncio.
Não há muito que dizer:
Uma canção sobre um berço
Um verso, talvez, de amor
Uma prece por quem se vai -
Mas que essa hora não esqueça
E por ela os nossos corações
Se deixem, graves e simples.


Pois para isso fomos feitos:
Para a esperança no milagre
Para a participação da poesia
Para ver a face da morte -
De repente nunca mais esperaremos…
Hoje a noite é jovem; da morte, apenas
Nascemos, imensamente.
Ciao, Italo

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