domenica 6 maggio 2012

Milano da cagare

Dopo i vine bar, i deli, le bakery e le varie eatery, l'ultimo arrivato nell'immaginifico armamentario per denominare i locali che immancabilmente attraggono come calamite il milanese modaiolo e pirla è il concept store, nuovo modo di tendenza per definire un bar da fighetti, un bar che non è solo bar ma che offre un'esperienza, un poco show room, con l'esposizione di qualche prodotto particolare, ovviamente biologico, comunque esclusivo, quattro libri in edizione rilegata sparsi sui tavoli con apparente negligenza, alcune riviste specialistiche, possibilmente di life style. Anche gastronomicamente, il milanese di tendenza, vagamente liberal e lettore di Repubblica, dopo aver adottato il sushi, essersi mitridatizzato con la happy hour, invenzione beceramente  meneghina doc, e assuefatto al brunch domenicale, dopo una biciclettata in centro o una corsetta negli spelacchiati parchi cittadini, ormai non può più fare a meno dei muffin e dei donuts a colazione, possibilmente accompagnati da mocaccino, mentre la nuova moda che impazza è quella dei bagel, che fa tanto Woody Allen, non a caso uno dei loro maître à penser. Manca solo la pizzery, ovviamente solo con farina integrale, di farro o di kamut, ma siamo sulla buona strada.

2 commenti:

  1. Friul piciule patrie dal Friul e chei altri a fancul! S:

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  2. Oggi in Corso Magenta ho trovato un'altra perla: "la bistronomia milanese". Ma va a dà via il cü, pirla!

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