martedì 20 marzo 2012

Posti in piedi in paradiso

"Posti in piedi in paradiso" di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti, Diane Fleri. Italia, 2012 ★★¾
Carlo Verdone si colloca diverse spanne sopra i tristi emuli dei maestri della "Commedia all'italiana", e pur non essendo un capolavoro a mio parere "Posti in paradiso"  è il più convincente tra i suoi film più recenti. La storia, che ruota sulla forzata convivenza di tre uomini divorziati che faticano a sbarcare il lunario e decidono di condividere uno squallido appartamento della periferia romana, sui loro rapporti con le ex consorti e i loro figli, è banale ma verosimile, così come il ritratto che Verdone fa, con un'autoironia amarognola, di tre esponenti di una generazione, la sua e mia, generosa quanto velleitaria e sostanzialmente infantile: non stupisce che i figli si dimostrino più maturi dei loro genitori (madri comprese). Ma il punto forte del film non sta nella trama quanto negli attori: Pierfrancesco Favino nei panni di un ex critico cinematografico retrocesso a cronista di cronaca rosa a seguito della relazione con la moglie del suo capoedattore; Marco Giallini, tardiva scoperta del cinema italiano, che interpreta un agente immobiliare ludopatico e pieno di debiti che si presta a fare da prostituto per vecchie carampane assumendo dosi da cavallo di "Viagra", a Verdone stesso, nella parte di un ex produttore discografico andato definitivamente in rovina per aver prodotto il disco della ex moglie francese, un clamoroso flop. 



Ma la sorpresa più bella, secondo me una conferma, la splendida interpretazione di Micaela Ramazzotti, moglie e musa di Paolo Virzì, che interpretò la Sandrelli da giovane nella migliore pellicola del regista livornese, "La prima cosa bella", ispirato alla madre di Virzì stesso. Se c'è un'erede della grande Monica Vitti, a mio parere la più grande attrice cinematografica italiana, è lei, che qui troviamo come una cardiologa che viene chiamata a soccorrere Giallini vittima di overdose da "Viagra", e che si rivela emotivamente instabile e sentimentalmente disastrata ma rappresenterà alla fine il punto di equilibrio per Verdone, andato in tilt per la inattesa maternità della figlia diciassettenne. Non solo per una certa somiglianza fisica: bionda, occhi verdi, apparentemente stralunata ma intensa, capace di esprimere nel giro di un attimo stati d'animo contrapposti, dall'euforia alle lacrime ed essere sempre credibile. Bravissima. Non un grande film, ma capace di far trascorrere un paio d'ore gradevoli.

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