sabato 28 gennaio 2012

Appunti birmani

Gatto al tamarindo
Tra gli articoli sportivi, oltre ai moderni strumenti di autoabbrutimento come tapis roulant e macchine da pesi riciclati dall’Occidente, va forte lo hula hop, oltre al chinlon, una palla di rattan di circa 12 cm di diametro che dà il nome anche al relativo sport. Che consiste in sostanza nel mettersi in circolo e passarsela toccandola principalmente coi piedi e la testa. Una variante è giocare con le regole della pallavolo, con tanto di rete in mezzo al campo, col divieto di toccarla con mani e braccia.  
I birmani parlano di politica, e lo fanno più che volentieri anche con gli stranieri. Con la dovuta prudenza, ma lo fanno. Come i cubani. A differenza di cinesi, thailandesi, vietnamiti, laotiani. Già di più lo fanno i cambogiani. L’ultima volta che sono stato in Cile, nel 2004, e presidente era la socialista Bachelet, quelli che votavano a sinistra si guardavano bene dal farlo. Parlavano soltanto, e troppo, quelli che erano dalla parte degli eredi politici di Pinochet.
Attorno a Mandalay la paga giornaliera delle contadine a giornata in una piantagione di pomodori era di 5000 kyat al giorno, all’incirca 6 €. Tra Bagan e il Monte Popa gli stradini prendono poco più della metà, 3 € al giorno. Povertà, sì, ma non ho visto nessuno fare la fame tanto da morirne in Myanmar. Nella tanto decantata India dal formidabile progresso, sì. 
Non ho mai mangiato tanti bagigi o spagnolette, insomma: arachidi come in Birmania. Ottime, in quantità industriali. Servite a ripetizione, già sgusciate, da sgranocchiare con una “Myanmar” ghiacciata, alla spina o in bottiglia (ci sono anche la “Mandalay” e la “Dagon”: ma la Myanmar è senza dubbio la birra migliore). Una tira l’altra: vale sia per le arachidi sia per la birra. 
Uno degli inconvenienti è la massiccia presenza di francesi, almeno il 50% del totale degli stranieri in visita nel Myanmar. Salvo le dovute eccezioni, infinitamente petulanti e fastidiosi come un foruncolo sul culo, tanto da far diventare gradevole perfino l’allegra ciarlataneria dei rari connazionali che si avventurano da questa parti.
Il Myanmar è il primo Paese asiatico in cui ho visto cartelli con scritto “no plastic bags, please” oppure “Plastic bags free city” (o site). Il problema dei rifiuti sussiste eccome, ma è già un passo avanti rendersi conto del problema. Da altre parti ho visto distese di sacchetti di plastica in luoghi impensabili, che sarebbero magari stati incantevoli, trasportati da venti o correnti imprevedibili. Involucri di plastica vengono usati perfino per contenere delle bibite: come in Cina, Vietnam o Thailandia e ve li rifilano ad ogni possibile acquisto. 
Col passare dei giorni mi sono accorto che generalmente i birmani hanno una voce molto bella, profonda, particolarmente le donne, il che rende piacevole da ascoltare e spesso sensuale una lingua già musicale di suo. 
Più di un ristorante, specialmente a Bagan, ha un teatrino dei pupi e offre come accompagnamento alla cena uno spettacolo di marionette, che sono splendide, al livello di quelle siciliane. I birmani adorano le storie, e considerata la carenza di libri, quelle tradizionali tramandate per generazioni dai pupari, talvolta raccontate dal vivo, altre registrate, suscitano l’interesse di un pubblico attento e competente e godono di un grande successo.
Come di regola, costituisco una calamita per matti, ubriachi e gente strana in genere, attirandone come un magnete l’affettuoso interesse e scatenandone la loquela. Immagino si sentano in buona compagnia di un potenziale omologo. 
Sono arrivato qui ben fornito di Autan, piastrine insetticide e zampironi ma finora non ho dovuto usufruirne: è stupafacente quanti pochi insetti fastidiosi ci siano in un Paese dove anche in città è campagna e c’è sempre un corsi d’acqua, una laguna o una risaia a portata di mano. 
Penso di non aver mai visto tanti cani e gatti come in Birmania. Domestici. Soprattutto gatti. E mai li ho visto baruffare. Che il Buddha abbia illuminato anche loro? 

2 commenti:

  1. Bella la versione appunti, mi piace...
    L'ultima: non è che il Buddha ha illuminato anche loro. Sono loro che hanno illuminato il Buddha.
    Tzsk!

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  2. cosa aspetta Buddha a passare anche dalle nostre parti ???

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