sabato 4 luglio 2009

Tallinn, severa e lieve, un pezzo di medioevo lanciato nel futuro


TallinnTALLINN - La capitale dell'Estonia e principale porto del Paese, a soli 80 chilometri da Helsinki e da sempre centro commerciale sulla rotta fra Russia e Scandinavia, è una città vivace, giovane, che fonde in un insieme armonioso la città vecchia, d'impronta medievale e restaurata con cura negli ultimi decenni, all'interno dell'antica cinta muraria in buona parte ben conservata, e la parte più moderna, commerciale, che si estende intorno. 400 mila abitanti, la città ha conosciuto negli ultimi anni un ulteriore sviluppo del suo porto, soprattutto passeggeri, con un notevole intensificarsi dei traghetti da e verso la Scandinavia. In pieno sviluppo il settore informatico, tanto da essere stata definita qualche anno fa dal New York Times come una sorta di "Silicon Valley sul Ma Baltico". La riprova si ha con la conessione Wi-Fi, quasi sempre gratuita, e velocissima, disponibile pressoché ovunque. Molti turisti in questo periodo, anche per via di un festival di musica folcloristica che si chiudeva giovedì sera: la piazza del Municipio e le vie adiacenti mi hanno ricordato Praga, non solo per lo stile architettonico ma anche per il brulicare di turisti. Non solo finlandesi, russi, e svedesi ma anche tedeschi, spagnoli, francesi e italiani, spesso sbarcati durante il giorno dalle navi da crociera che fanno tappa qui nel giro delle città baltiche. Con la speranza che non diventi presto infrequentabile come la capitale ceca e un baraccone turistico. Alcuni segni in questo senso si vedono già: i prezzi sono relativamente alti, i negozi di ciarpame suoveniristico spuntano come funghi (e anche i primi indiani specializzati nella vendita di cappellini, bandierine, magneti e bamboline), si paga per vedere ogni cosa e non poco per gli standard locali: la media è di due o tre euro di ingresso, il più delle volte anche per le chiese. Con orari di chiusura abbastanza assurdi in questa stagione: alle 17 quando il sole è ancora alto, e le giornate si protraggono all'infinito. Ristoranti e locali a profusione, di ogni tipo, non è scomparsa una vera e propria cultura del caffè tipica della città: ce n'è per tutti i giusti. Come non è passata la passione per il canto, che accomuna le tre nazioni baltiche e ne costituisce l'anima: non è raro imbattersi in cori per strada, anche a presindere dai festival, e vedere persone di ogni età spostarsi vestiti in costumi tradizionali con dietro gli strumenti. D'altronde esiste uno stadio del canto, lungo la costa, capace di contenere 150 mila spettatori. La storia è quella tipica delle città baltiche, passate da un dominio all'altro: danese, russo, svedese ma soprattutto segnate dall'aver fatto parte della Lega Anseatica, per cui l'influenza tedesca è stata molto forte: Reval è il nome in quella lingua, spesso usato dai locali. Katarina KäikNella parte più interna della città vecchia (nella foto a destra uno scorcio di Katarina Käik) fino alla fine dell'Ottocento vivevano esclusivamente maggiorenti tedeschi, in quella vecchia commercianti in prevalenza germanici, e fuori dalle mura la allora minoranza estone. In seguito, un marcato tentativo di russificazione, che raggiunse il suo culmine in era sovietica, dal 1944 al 1989. E ancora oggi la presenza di un 35% circa di popolazione russa, ma nata qui o magari già alla seconda o terza generazione, crea qualche problema. Per ottenere la cittadinanza estone ed essere naturalizzati, i russi hanno dovuto sostenere un esame nella lingua locale, e la popolazione è calata del 20% dal 1991, data dell'indipensenza estone, ma anche ora il russo è la lingua che più si sente palare tra le persone di condizioni più modeste. Che sono anche quelle che più hanno subito la crisi degli ultimi anni: con i prezzi che corrono attualmente, i salari mensili medi tra i 500 e i 600 € e i sussidi di disoccupazione sui 350 per il primo anno non consentono di scialare, e spesso le merci acquistate in Finlandia e Svezia sono più convenienti di quelle in vendita qui, oltre che di qualità superiore. Il doppio lavoro è pratica diffusa, ma non ho visto gente né triste né eccessivamente preoccupata, e questo è segno di vitalità. La città vecchia, come dicevo, è incantevole e merita un paio di giorni di visita. Ha subito gravi danni durante l'ultima guerra ma è stata ricostruita con infinito amore e si vedono i risultati: nulla che risulti improvvisato o, peggio, posticcio. A parte le mura turrite e le guglie slanciate che caratterizzano il profilo della città, spicca Raekoja Plats (piazza del municipio) dominata dal palazzo comunale, su cui sovrasta una torre che può ricordare un minareto in cima alla quale il "Vecchio Tommaso", un buffo soldato armato di picca in metallo che funge da segnavento, sorveglia la città da centinaia d'anni e ne è diventato il simbolo. Nella piazza una delle più antiche farmacie del mondo, ancora in attività e con un piccolo ma interessante museo (per una volta gratuito) e nelle vicinanze chiese notevoli tra cui primeggia quella straordinaria del Santo Spirito, quindi Sant'Olaf, il Monastero Domenicano, San Pietro e Paolo, quella gotica di san Nicola, fatta erigere dalla corporazione dei commercianti germanici, dove sono conservate la quattrocentesca "Danza macabra" opera del tedesco Berndt Notke e una collezione di opere, tele ma Gilda delle Teste Nereanche trittici in legno e statue, provenienti dalle chiese medievali estoni. Nella parte bassa della città, notevoli i palazzi delle "gilde", o corporazioni, raccolte nella stessa via, a farsi concorrenza tra loro e competere per possedere la sede più prestigiosa (a sinistra, il portale della Confraternita delle Teste Nere, il cui fondatore era un moro convertito al cristianesimo). Infine a Toompea, in cima alla collina, a sua volta murata, che al tempo del regno germanico era riservata al vescovo e alla nobiltà feudale (e rimase "tedesca" anche fino a epoche recenti), oltre alle torri più caratteristiche, come quella della Vergine e la "Kiek-in-de-Kök" (letteralmente "guarda in cucina" in basso tedesco), l'imponente e suggestiva cattedrale Russo-Ortodossa Alexaner Nevskji, una delle tante costruite alla fine dell'Ottocento nel primo tentativo, accennato sopra, di "russificare" le province baltiche. In cima alla collina anche il neoclassico palazzo del Parlamento e una serie di belvedere da cui ammirare il panorama della città. Le attese mie e del "Segretario" non sono certo andate deluse. 

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