venerdì 30 novembre 2007

La ferrovia assassina


CURITIBA - Gradevole gita fuori città, ieri, con il Serra Verde Express, lungo una storica tratta ferroviaria: la linea che collega, per un totale di 120 chilometri, la capitale dello Stato con Paranaguá, sulla costa, che divenne, dopo la sua inaugurazione, il secondo porto per movimentazione del Brasile e il primo per quanto riguarda le granaglie. Progettata nel 1880, orgoglio dell'ingegneria brasiliana anche perché principalmente opera di due bahiani, per di più neri, a esempio dell'avenuta integrazione quando ancora non era stata abolita ufficialmente la schiavitù (1888), fu costruita in soli cinque anni, grazie al fatto che furono affrontate in contemporanea tre tratte: da Paranaguá a Morretes, in salita ma abbastanza lienare, di 42 chilometri; da Morretes a Roça Nova, lungo la costa della Serra do Mar: di 38 chilometri, la più ardua; e infine da Roça Nova a Curitiba, sull'altipiano, 30 chilometri sostanzialmente pianeggianti. In totale 14 tunnel, scavati senza quasi ricorrere alla dinamite, 30 ponti e innumerevoli viadotti, tra questi davvero notevoli quelli sul fiume São João e quello di Carvalho, all'uscita di un tunnel, poggiato su una struttura in tubi di ferro fatti giungere appositamente dal Belgio. Ma l'aspetto più impressionante è il numero di lavoratori impiegati, quasi tutti emigranti europei, tra i 9 e i 10 mila, e ancora di più quota di essi che ci hanno lasciato la pelle: oltre la metà, a causa principalmente delle condizioni ambientali avverse incontrate nell'opera di disboscamento della foresta vergine (spesso per morsi di serpenti, oltre che per le malattie tropicali) e per le esplosioni non controllate della dinamite, il cui uso era ai tempi ancora in fase sperimentale e usata soltanto negli ultimi tempi dei lavori, ma con esiti letali. Viaggio a una media di 30 chilometri orari, spesso sospesi nel vuoto, spettacolare soprattutto la parte centrale del percorso, quando si supera un dislivello di circa sei metri per chilometro superando canyon e in costa alla montagna, compiendo anche curvature di 90 gradi seguendone la linea. Notevole anche il cambiamento di clima tra costa e altipano: quando a Curitiba la sera è saggio mttersi un golf perché la temperatura non supera i 12 gradi, in questi giorni anche con vento, nel mezzo della "Mata Atlantica" i trenta gradi si raggiungono in fretta ma con un'umidità del 90%, e solo sulla costa mitigati dalla brezza marina. Morretes, 20 mila abitanti, ancora di impronta coloniale, è rimasta una stazione turistica (la linea è gestita da una socitetà che compie sia trasporto merci, sia di persone, ma queste solo a scopo turistico) ed è famosa soprattutto per le banane, peraltro squisite, da cui si ricava tutto, dalle fibre tessili all'acquavite; e la cioccolata. E poi per un piatto francamente discutibile, il "barreado": uno stracotto di parti di manzo dure e filacciose che vengono cucinate per oltre 24 ore per ammorbidirle (senza esiti decisivi, a mio parere), che vanno mischiate con la farina di manioca e ammorbidite col brodo di cottura, in modo da ricavarne un pastone in cui deve rimanere in piedi la forchetta, per poi essere "guarnito" con banane affettate, e fin qui va bene, ma anche con un sugo a base di gamberi, e inoltre gamberoni e pesce impanati. Come soluzione per il pranzo, come ingoiare del cemento con un accostamente direi arduo. Per aprire lo stomaco e far dimenticare prima di mangiare, non a caso, ti danno da bere della cachaça. Antonina è la stazione che si trova appena arrivati sulla costa, ed era stato un porto importante nelle epoche successive dell'erba mate, poi del legno e infine del caffè, e ha un aspetto prettamente portoghese, per la precisione azzorriano (come alcuni borghi dell'isola di Santa Catarina, del resto), mentre ora tutte le attività portuali sono state spostate nella vicina Paraguaná, tranne una: l'esportazione di pollame per i mercati arabi, grazie a un accordo con i sauditi, mi pare di aver capito. Poiché questi non volevano correre il rischio di contaminazioni con altre merci che passano attraverso Paraguaná, hanno concesso l'esclusiva al porto di Antonina costruendo anche un impianto di macellazione secondo i rituali del Corano. Rivolto, dicono, verso la Mecca. Per la barba del Profeta e per la gioia degli abitanti di Antonina!

Nessun commento:

Posta un commento